Fino al 7 giugno alla Fondazione Roma

La mostra, dato il grande successo, è stata prorogata fino al

giap1 - 13 settembre

HIROSHIGE
il maestro della natura

Suggestioni orientali nella sede della bella mostra nel Museo Fondazione Roma di Via del Corso (Roma): pareti divisorie in carta di riso, sorveglianti in kimono, angoli verdi zen, voci della natura.
Si entra perfettamente nell’atmosfera delle stampe di Hiroshige (samurai nato a Edo, oggi Tokyo, più di duecento anni fa), 200 opere per la prima volta in Italia.
La prima sezione, Il mondo della natura, raggruppa stampe in cui sono rappresentati elementi della natura. Si osserva la grande varietà di piante, fiori e animali raffigurati che denuncia, non solo la grande conoscenza ma anche il grande amore per la natura che l’artista nutriva. Natura che appare trasfigurata, sublimata, rarefatta nella delicatezza e sospensione del pennello: l’uomo deve rimanere in perenne armonia con il cosmo in una globale visione divina. Si direbbe una visione poetica della natura e anche fortemente simbolica: i fiori di ciliegio, ad esempio, sono simboli nazionali e i giapponesi organizzano feste in primavera, in occasione della loro fioritura; la libellula è associata alla stagione estiva e al primo autunno; il crisantemo è il simbolo della famiglia imperiale ecc.
La seconda sezione, Cartoline dalle province, è dedicata alle opere in cui sono rappresentate le più significative località del Sol Levante.
La terza sezione – La Via per Kyoto – è consacrata alle due grandi vie che collegavano la capitale imperiale di Kyoto a quella amministrativa di (Tokyo) Edo: si può ammirare il capolavoro di Hiroshige, le “Cinquantatré stazioni di posta Tokaido”.
Nella quarta sezione, Nel cuore di Tokyo, è rappresentato il vedutismo di Edo.
Una sezione a parte, Il vedutismo di Hiroshige, nella prima
fotografia giapponese
, documenta l’influsso che l’artista

ebbe sulle prime realizzazioni fotografiche.
Hiroshige ebbe grande influenza sulla pittura impressionista e post-impressionista: fu imitato da Van Gogh e da Monet.
Per avvicinare le famiglie e i bambini alla cultura giapponese, un Diario di viaggio, utilizzabile nel percorso della mostra, permette di apporre timbri corrispondenti alle stazioni di sosta. E’ ciò che si fa in Giappone quando si visitano i templi o i monumenti importanti. E’ possibile anche divertirsi a riprodurre gli ideogrammi della scrittura giapponese. In Giappone c’è un forte legame tra arte e scrittura, entrambe eseguite con il pennello. La scrittura giapponese è basata sull’uso di caratteri cinesi kanji (“Kan” è il nome antico della Cina e “Ji” vuol dire “carattere”), nati come disegni semplificati di ciò che si voleva comunicare.
Un interessantissimo filmato mostra, nelle varie fasi, la tecnica usata dall’artista: ukiyoe che in giapponese significa immagini del mondo fluttuante.
E’ una forma d’arte popolare realizzata con la tecnica della stampa. I disegni erano realizzati in bianco e nero a mano; poi venivano incisi su tavolette di legno di ciliegio, una per ogni colore, con le quali si potevano stampare centinaia di copie della stessa immagine.

 

 

 

 

 

Fausta Genziana Le Piane

 
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