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 GIUGNO 1946: PRIMA VOLTA DELLE DONNE AL VOTO NELLA SERIE TV 
 "LE RAGAZZE DEL '46"

Eleonora D’Uffizi 30 maggio 2016
Il 2 Giugno 1946 è un momento fondamentale della Storia dell’Italia, che ha visto per la prima volta le donne alvoto, oltre che ovviamente la vittoria nel referendum della democrazia sulla monarchia: a riviverlo, attraverso le storie di donne normali, come possono esserlo le nostre mamme e nonne, è “Le ragazze del ’46”. Il racconto in cinque puntate, in onda su Rai3 alle 20:10 da lunedì 30 maggio a venerdì 3 giugno 2016, nell’ambito delle celebrazioni della Festa della Repubblica, è infatti dedicato ai 70 anni dalla conquista del diritto di voto da parte delle donne in Italia.
L’idea di cogliere l’occasione di questo importante e simbolico anniversario per raccontare la testimonianza di queste donne che hanno fatto la storia è di Cristiana Mastropietro e Riccardo Mastropietro, che insieme a Giulio Testa hanno fondato la casa di produzione indipendente Pesci Combattenti, cui si devono già “Unti & Bisunti”, trasmissione che ha scoperto il personaggio di Chef Rubio (DMAX), e “Io&George” (Rai3). La regia delle 5 puntate da 24 minuti è di Alessandro Capitani, vincitore del David di Donatello 2016 per il miglior cortometraggio.
“Le ragazze del ’46” è costruito intorno ai racconti di 10 “ragazze” che nel 1946 avevano tra 21 (la maggiore età di allora, necessaria per votare) e 31 anni: la più giovane è quindi oggi 91enne, la decana ha 101 anni, ma tutte hanno ancora molto da dire, come donne e come italiane.
Diverse tra loro per provenienza, estrazione sociale, istruzione e opinioni, tutte ricordano ancora con emozione il primo voto e la sua importanza: quel giorno di 70 anni fa, il 2 Giugno 1946, infatti, insieme a milioni di altre italiane contribuirono a cambiare il destino dell’Italia scegliendo tra Monarchia e Repubblica ed eleggendo l’Assemblea Costituente.
Abbiamo chiesto all’autrice Cristiana Mastropietro di raccontarci qualcosa di più su queste straordinarie “ragazze” e sulla loro testimonianza.

Come nasce l’idea di raccontare “Le ragazze del ’46”?
L’idea nasce in parte dalla volontà di cogliere l’occasione, questo anniversario tondo dei 70 anni, poi dalla possibilità di poter raccogliere la testimonianza direttamente da chi ha vissuto la storia e ricorda quei momenti come fosse ieri: infine dall’esigenza di raccontare storie, anzi la Storia attraverso le storie, e di ascoltarle, come se fossero proprio le nostre mamme e le nostre nonne a raccontarle.

Chi sono “Le ragazze del ’46”?
Sono contadine, insegnanti, casalinghe, impiegate, artiste o donne con una carriera politica, sono persone comunque insospettabilmente curiose, vivaci davanti alla telecamera, entusiaste, che guardano addirittura al futuro. Sono un vero esempio per i giovani di oggi, soprattutto se si pensa che hanno vissuto la loro giovinezza tra guerra, fame, povertà. Nonostante questo sono una generazione forte, che guarda al passato senza tristezza, ma con la consapevolezza dei momenti epocali vissuti.

Il 2 giugno 1946 è una data importante non solo per l’Italia, ma anche per le donne al voto e i diritti delle donne in genere.
Le donne sono sempre in campo per doversi affermare, per dover affermare i loro diritti. Certamente la partecipazione a un diritto pubblico e politico come può essere quello del voto è stato in grado di innescare un cambiamento su tutta la vita del Paese. Basti pensare al fatto che nel ’46 l’unica carriera possibile per una donna era quella della maestra. Tuttavia, c’è ancora molto da fare e queste donne – senza la pretesa di insegnare chissà che – sono senz’altro d’esortazione per tutte noi.

Come ricordano le “ragazze del ’46” quel giorno?
Lo ricordano prima di tutto con grande emozione. Molte di loro si misero in fila dall’alba, altre fecero chilometri e chilometri a piedi per arrivare ai seggi, soprattutto se abitavano in piccoli paesi. Tra l’altro bisogna ricordare che in quell’occasione non solo le donne italiane votarono per la prima volta, ma tutti gli italiani tornarono a votare dopo gli anni della dittatura fascista.

Qual è l’episodio più curioso raccontato nelle 5 puntate de “Le ragazze del ’46” in onda nei prossimi giorni?
Le vite e i racconti delle “ragazze” sono semplici, ma al tempo stesso straordinari, sono per esempio tutte vedove (tranne una divorziata) con bellissime storie d’amore alle spalle. Tra loro c’è Marisa Rodano, la prima donna nella storia italiana eletta vice presidente della Camera dei deputati (in carica dal 1963 al 1968), ma ci sono anche donne che hanno dedicato la vita alla famiglia, aspettando per anni il marito emigrato all’estero. Queste donne votarono di testa loro, consapevoli dell’importanza dell’atto, per esempio una di loro si ribellò alla famiglia monarchica (suo zio era addirittura un calligrafo della casa reale). Tra gli episodi più curiosi c’è senz’altro quello del rossetto. Il Corriere della Sera, il giorno del referendum per scegliere tra monarchia e democrazia, raccomandava in un articolo: “Al seggio meglio andare senza rossetto alle labbra. Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto”. All’epoca nessuna donna sarebbe mai uscita senza rossetto, ma alcune di loro –per sicurezza– non lo misero nemmeno in borsa!

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