BOLOGNA 2006:

Anche quest’anno il British Council – organizzazione internazionale preposta alle relazioni culturali ed educative nei vari Paesi del mondo – ha organizzato il Seminario di Formazione e Aggiornamento per Docenti Italiani di Lingua Inglese giunto ormai alla sua 25° edizione. La Conferenza, denominata ‘A changing world’ si è tenuta presso il Palazzo dei Congressi di Bologna nei giorni 23 e 24 marzo 2006 (solo due contro i tre delle precedenti edizioni) ed ha affrontato quest’anno la problematica relativa al progressivo cambiamento e alla diversa rilevanza dell’inglese visto come lingua veicolare della comunicazione a livello mondiale.
Come precisato inizialmente dal Direttore del British Council Italiano, Paul Docherty, il cosiddetto ‘declino’ dell’inglese è già iniziato; in pochi decenni infatti il cinese sostituirà a livello d’importanza internazionale quella che sinora è stata la lingua più parlata nel mondo.
Le varie ‘lectures’, tenutesi contemporaneamente e susseguentesi a scadenza oraria nelle sei elegantissime e ampie sale del Palazzo dei Congressi a partire dalle 9.00 sino alle 18.15 di ognuna delle due giornate, si sono poi basate sulla proposta di metodi alternativi di insegnamento della lingua per le nuove generazioni di ‘tweenagers’, soffermandosi nella maggior parte dei casi sull’esigenza di recuperare l’attenzione degli stessi, finita chissà dove negli ultimi anni. A questo scopo è risultato evidente soprattutto il nuovo metodo di approccio al testo scritto: potenziando la lettura e l’elaborazione di un brano e del suo contenuto, facendo inventare storie fornendo un input iniziale, il docente potrebbe in breve, con una serie di tecniche graduate, riappropriarsi di quell’interesse nell’apprendimento, linguistico e non, affievolitosi progressivamente nell’epoca attuale. Secondo quanto si è detto, solo con la decodificazione di testi musicali coevi alla mentalità degli adolescenti si può inoltre colmare quel divario generazionale che oggigiorno tende ad ampliarsi in maniera sempre più progressiva.
Fra i relatori di maggiore importanza nel campo della glotto-didattica dell’inglese si sono susseguiti, come negli scorsi anni, nomi di spicco quali Herbert Puchta, Mario Rinvolucri, Umberto Capra, Giselle Langé, ma non meno accattivanti e coinvolgenti sono stati i D.J. Clive Malcolm Griffith e Fergal Kavanagh.
Un discorso a parte merita invece l’intervento di Beppe Severgnini, giornalista e scrittore molto noto anche al grande pubblico per i suoi libri da sempre tesi all’esplorazione e alla percezione del concetto degli inglesi e degli italiani come popoli visti da una prospettiva esterna.
Severgnini ha analizzato con sottile ironia i cambiamenti avvenuti nell’italiano nell’ultimo decennio sottolineando che in tale periodo l’’invasione’ delle parole di origine britannica ha subito stranamente una battuta d’arresto a livello qualitativo. L’aspetto estetico del lessico anglofobo negli ultimi anni è diminuito e, di contro, la diffusione dell’italiano come lingua ha sancito anche una mancanza di competizione nei confronti dell’inglese. Da parte di noi italiani si è giunti infatti ad accettare l’inevitabilità di parole inglesi nel nostro vocabolario ma si è anche pervenuti ad una maggiore consapevolezza delle proprie capacità nell’apprendimento di una lingua straniera.
In conclusione, anche quest’anno la ‘due giorni’ all’insegna della lingua inglese, oltre a rivelarsi un’ottima fonte di idee nuove e all’avanguardia grazie ai materiali forniti dalle numerose Case Editrici rappresentate nei vari stando, non ha deluso le aspettative dei tanti insegnanti di L2 giunti a Bologna da tutte le parti d’Italia.

Maddalena De Leo

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