Appello bipartisan per chiedere maggiori tutele per le donne e modificare la riforma. Ma sulle alternative da proporre Pd e Pdl restano distanti. Occorre intervenire sul fenomeno delle dimissioni in bianco e modificare in profondita’ l’articolo 55 del disegno di legge sul lavoro, che non tutela adeguatamente le lavoratrici. E per sensibilizzare la societa’, va indetta una conferenza nazionale sull’occupazione femminile con associazioni e istituzioni che affronti il tema. Questo il senso dell’appello bipartisan al ministro Elsa Fornero, firmato da una quarantina di senatrici di tutti gli schieramenti e presentato in una conferenza stampa al Senato. Nonostante la stessa Fornero abbia infatti sottolineato come la pratica delle dimissioni in bianco “pesa fortemente e negativamente sulla condizione lavorativa delle donne e sulla loro stessa dignita’”, secondo le parlamentari l’articolo 55, pur contrastando il fenomeno, non rende certa l’effettiva volonta’ di dimettersi e potrebbe aprire problemi di applicazione. “C’e’ una serie di soluzioni alternative che vogliamo proporre al governo per migliorare il testo, perche’ ravvisiamo elementi di debolezza nel ddl del governo – spiega la senatrice del Pd Rita Ghedini -. Non a caso ci sono gia’ vari emendamenti proprio su questo punto”. “Vogliamo confrontarci col ministro, anche perche’ due soli articoli dedicate alle donne in tutta la riforma sono un po’ pochi – afferma la deputata del Pdl Barbara Saltamartini, che alla Camera e’ correlatrice del ddl -. Noi donne mostreremo che siamo capaci di andare oltre gli steccati dei partiti e ideologici che troppo spesso ci vedono contrapposte. Non stiamo difendendo una categoria, ma l’interesse di una comunita’ nazionale che dalle donne puo’ avere la propria riscossa”. Anche se tutti riconoscono un passo avanti nel ddl, col rafforzamento del meccanismo della convalida delle dimissioni fino a tre anni di vita del bambino (al momento 12 mesi), per i partiti non e’ sufficiente. Fra i vari punti contestati, il fatto che dopo 30 giorni la firma della ricevuta di ritorno della comunicazione telematica da parte del lavoratore venga data per scontata. Su quali alternative proporre, tuttavia, non c’e’ unanimita’: il Pd e’ favorevole alla reintroduzione della legge 188 varata dal governo Prodi nel 2007, che prevedeva la firma di un modulo con codice progressivo per evitare il caso di dimissioni postdatate; il Pdl, che aboli’ la legge l’anno seguente con la prima manovra, subito dopo l’insediamento, e’ contrario e ritiene piu’ semplice la modifica dell’articolo 2113 del codice civile che disciplina le dimissioni. Di qui, al di la’ della generica convergenza e della dichiarazione di intenti, la semplice richiesta all’esecutivo di rendere piu’ incisiva la riforma del lavoro sul fronte delle tutele accogliendo alcuni degli emendamenti presentati in forma sparsa. Ma col rischio di non trovare terreno comune sulle modifiche da apportare. – (Roma, 15 MAG il Velino) –
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