(ANSA) – ROMA, 7 mar – Sono 250.000 (129.000 con pensione Inail) le italiane che hanno subito gravi e permanenti conseguenze invalidanti da un infortunio sul lavoro. Una popolazione che e’ due volte vittima: non soltanto devono fare i conti con l’handicap fisico, ma nella maggioranza dei casi non ricevono neanche il riconoscimento del giusto grado di inabilita’, perche’ non si tiene conto del lavoro che la donna, come madre e moglie, non puo’ piu’ svolgere in casa. Per l’8 marzo l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Amnil) ha dedicato alle donne vittime di incidenti una serie di iniziative, presentate a Roma insieme ad una indagine sulla condizione delle infortunate nella societa’. Tra gli appuntamenti l’asta di beneficenza (il 21 marzo) di opere di artisti contemporanei, donati alla fondazione Sosteniamoli Subito della stessa Amnil, in mostra dal 13 al 21 a palazzo della Cancelleria. Il ricavato andra’ alla fondazione che ha come scopo quello di dare aiuto economico e supporto a vedove e orfani di lavoratori deceduti, sia per affrontare le prime difficolta’ economiche dopo l’infortunio. Dalla conferenza stampa, presente il presidente Anmil Marco Stancati, emerge una ”visione fatalista e subalterna della sicurezza del lavoro”. I bisogni delle donne sono state la mancanza di una reale possibilita’ di reinserimento nel mondo del lavoro, una maggiore efficienza del sistema sanitario ed un aumento delle rendite erogate dall’Inail alle infortunate. Tra le iniziative presentate, anche un concorso per giovani artisti dedicato all’ ”Altra meta’ del lavoro”: 49 le opere finaliste, il primo premio e’ andato a Veronica Botticelli, il secondo a Alessandro Rech il terzo a Diego Dutto. Anche queste saranno in mostra fino al 21 marzo alla Cancelleria.
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