Un programma fitto di eventi che con l’arte e lo spettacolo parlano di politica
La Casa Internazionale delle Donne per il terzo anno diventa una piazza aperta a tutte e a tutti e il 10 giugno si è aperto il suo centenario Giardino della Magnolia con ANTEPRIMA la Casa (S)piazza in programma fino 28 giugno e poi per tutta l’estate. Cinema, incontri, musica e teatro spiazzeranno l’estate romana all’insegna di uno sguardo femminile curioso e indipendente. Un’occasione unica per godersi gli spettacoli nella corte interna di uno dei più bei palazzi seicenteschi di Trastevere, ma anche per conoscere e sostenere chi da oltre vent’anni promuove e valorizza la creatività delle donne in Italia e all’estero. In questo anno di nuove e favolose battaglie femministe in tutto il mondo, più che mai la Casa Internazionale delle Donne è al centro della storia e riconnette il passato con il futuro.
Videointervista di Marina Del Vecchio, tra le curatrici degli eventi.
La rassegna si è avviata il 10 giugno con l’evento speciale “La magnifica Jane”, dedicato a Jane Austen nel bicentenario dalla scomparsa, un evento celebrato in tutto il mondo.
Il programma prevede 4 focus: donne INcinema, donne INscena, donne INmusica, donne IN incontri.
Alla filosofa Hannah Arendt è dedicata la serata del 27 giugno durante la quale sarà proiettato il documentario Vita Activa, the spirit of Hannah Arendt (Israele/Canada, 2015) della regista Ada Ushpiz. E’ un ritratto intimo e straordinario della vita privata e intellettuale della Arendt, attraverso i luoghi dove ha vissuto, lavorato, amato, sofferto e scritto delle ferite aperte del suo tempo. La cineArena è il posto giusto da cui partire per viaggi lontani alla scoperta delle donne nel mondo. La sezione “donneINcinema” prosegue con il documentario Luoghi Comuni (Italia, 2015) di Angelo Loy, in programma l’11 giugno alle 20.30, che percorre le contraddizioni e i sogni della vita di Mora, una donna egiziana. Dopo la proiezione la cantante Evelina Meghnagi incontrerà il pubblico. Il 14 giugno è la volta della Turchia attraverso il documentario 33 Years of resistance of Berfo (Turchia, 2013) di Veysi Atay, la storia vera di Berfo Kirbayir, la madre di Cemil, vittima del colpo di stato in Turchia nel 1980, che per 33 anni ha cercato il corpo del figlio senza mai arrendersi. La proiezione sarà anticipata da un breve incontro con il regista. Ayanda and the Mechanic (Sudafrica, 2015) di Sara Blecher, il 15 giugno, ci porterà in Sudafrica dove la giovane Ayanda, a dispetto del contesto ostile, decide di rilanciare l’officina ereditata dal padre. Sempre in Africa si svolge Shashamane (Sudafrica, 2016), il documentario di Giulia Amati – programmato il 16 giugno – che racconta il viaggio verso Shashamane in Etiopia, dove una comunità di afro-americani è tornata a vivere nella terra dei padri cantata da Bob Marley. La proiezione sarà preceduta da un breve incontro con la regista. Il 20 giugno si torna in Italia con il film Due euro l’ora (Italia, 2015) di Andrea D’Ambrosio. Rosa e Gladys lavorano in una sartoria per due euro l’ora, tra le due, sebbene molto diverse, nasce un’amicizia e un’alleanza per affermare i propri diritti. Il regista introdurrà la proiezione. Il viaggio prosegue indagando le vite delle donne migranti nelle proiezioni di “MigrArti” in programma il 13 giugno. Si parte alle 17 con il documentario di Andrea Segre Io Sono li (Italia/Francia, 2011), storia di Shun Li che lavora in un laboratorio tessile nella periferia romana. Si prosegue alle 19 con il documentario Patience, Patience (Belgio, 2015) di Hajda Lahbib, storia delle donne magrebine che partirono in massa per il Belgio negli anni ’60 alla ricerca di lavoro. Chiude la giornata alle 21.30 Die Fremde(Germania, 2010) di Feo Aladag, la vicenda di una donna musulmana in cerca di emancipazione e in lotta con la sua comunità.
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