(ANSA) – WASHINGTON, 4 DIC – Un mea culpa e un impegno ad arginare un fenomeno intollerabile: questo lo spirito di una conferenza ad alto livello delle Nazioni Unite dedicata a centinaia di episodi di abusi sessuali perpetrati da membri dell’organizzazione in missione nei vari paesi del mondo.I fatti denunciati hanno coinvolto negli anni il personale civile e militare delle Nazioni Unite, nonche’ quello di altre organizzazioni non governative. I dati presentati dalla commissione d’inchiesta, voluta dal Segretario Generale Kofi Annan nel 2003, sono inquietanti: tra il 2004 e il 2006 vi sono stati ben 319 casi accertati di violenza sessuale con accuse a personale delle Nazioni Unite. Le inchieste successive hanno portato alle dimissioni di 18 civili e il rimpatrio nel proprio paese di oltre 140 caschi blu, le forze d’interposizione ONU, e di 17 esponenti delle forze di polizia. I vertici delle Nazioni Unite hanno espresso una dura condanna dei comportamenti illeciti e sottolineato la necessita’ di una nuova politica per prevenire in futuro episodi di questo tipo. ”Sono azioni che violano la fiducia ed il rispetto che ci siamo guadagnato tra le popolazioni che siamo andati ad aiutare, e provocano dolore tra donne e bambini che gia’ convivono con la violenza nella vita quotidiana”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan nel presentare la conferenza, che ha visto la presenza di rappresentanti ad alto livello di oltre 50 paesi e i dirigenti delle ONG piu’ importanti, tra cui Amnesty International e Save the Children. Le 21 agenzie ONU e le 24 ONG partecipanti hanno firmato una dichiarazione d’intenti nel quale si impegnano ad intensificare presso il proprio personale corsi di informazione specifica, a cercare un miglior equilibrio tra personale maschile e femminile e a prestare una attenzione particolare alle peculiarita’ dell’ambiente di lavoro.
Commenti