Un nuovo mondo sta nascendo. A fronte di guerre commerciali, speculazioni sui prezzi, minacce di dazi, sanzioni e dispute territoriali, la Cina e l’Italia hanno indicato una nuova strada fatta di cooperazione e investimenti, innovazione tecnologica, progresso culturale e difesa dell’ambiente. Un segnale forte in cui Cina e Italia, Oriente e Occidente si uniscono per sollevare intere popolazioni dalla povertà e costruire un mondo di pace. Promuovendo la civiltà e il progresso. Esaltando la bontà e la bellezza. La firma del memorandum tra Cina e Italia non è solo un successo di carattere commerciale. È un passo decisivo verso nuovi scenari che preludono a nuove vie di sviluppo verso il Sud e verso l’Oriente. Un patto per una collaborazione su scala globale. I cinesi offrono capitali e progetti di dimensione continentale, e chiedono all’Italia ingegno, genialità e cultura del bello. Per l’Italia si tratta di un’opzione fondamentale anche sul piano economico. Il fronte sud è crollato a causa dei conflitti in Medio Oriente (solo nell’ultimo anno abbiamo perso commesse per due miliardi di euro). Il fronte nord orientale è limitato dalle sanzioni nei confronti della Russia. Sul fronte occidentale, il nostro principale alleato minaccia di alzare i dazi su auto e prodotti agricoli. In questo scenario, l’economia italiana cerca una boccata d’ossigeno sul fronte orientale: il memorandum siglato tra Cina e Italia prevede un investimento immediato di 2,5 miliardi di euro che porteranno opportunità di lavoro per 20 miliardi. Inoltre le imprese italiane entreranno in un gran numero di progetti cinesi: centrali elettriche in Egitto, Ucraina e Bolivia; energia da fonti rinnovabili in Marocco; rapporti di collaborazione con colossi come China State Costruction e Citic Construction che gestiscono migliaia di progetti a livello internazionale. Chen Xiaojia, presidente di Citic Construction, ha dichiarato: «Voi avete altissima qualità, noi la capacità di produrre grandissimi volumi: le possibili intese sono tante». Significativi anche gli accordi di carattere culturale per la promozione dei luoghi riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. L’Italia è in testa con 54 siti, mentre la Cina è seconda con 53. A tale proposito, giova sottolineare che l’Italia ha restituito alla Cina 796 reperti appartenenti al patrimonio culturale cinese che erano stati trafugati. A conferma dell’antica alleanza tra Cina e Italia, basta ricordare che già i romani nel 166 d.C. stabilirono rapporti commerciali e culturali con la Cina. E gli unici occidentali annoverati tra gli eroi cinesi sono due italiani: Marco Polo e Matteo Ricci. Il presidente cinese Xi Jinping ha detto: «La Cina e l’Italia sono rispettivamente emblema della civiltà orientale e occidentale, hanno scritto alcuni dei più importanti capitoli della storia della civiltà umana e ora guardano avanti per un rinnovato patto di amicizia. Cina e Italia -ha aggiunto il Presidente cinese- immaginano insieme interessanti scenari, capaci di creare un nuovo modello di rapporti internazionali basati sul rispetto reciproco, sull’uguaglianza, la giustizia e la cooperazione di mutuo vantaggio, costruendo un futuro condiviso dell’umanità. Per questo motivo -ha concluso- l’amicizia tra Italia e Cina si condensa in una forte fiducia strategica».
Antonio Gaspari,
www.frammentidipace.it
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