Da settanta anni vende materiale elettrico: nei suoi occhi la trasformazione della città dagli anni del fascismo alla crisi economica. “Tutti vogliono il mio locale, ma la moda non mi caccerà”
di Enrico Fedocci

ada - ADA 
 COMORETTO LAVORA DA 70 ANNI NELLA STESSA FERRAMENTA A MILANO

Capelli bianchi, il grembiule blu. 86 anni d’età. Ma in quel negozio ci lavora da 70. Aprile 1943, aveva appena 16 anni la signora Ada Comoretto quando il padre acquistò i locali di un negozio di una strada popolare ai confini della città: Corso Como. Ai tempi l’Italia era ancora sotto il giogo nazifascista, in questa strada c’erano alimentari -anche se da mangiare ce n’era ben poco- fabbri, artigiani…
Insomma, un quartiere con tutti i servizi che faceva vita a sé rispetto alla grande metropoli che già in quegli anni Milano rappresentava.
2014. Sono passati decenni. La città ha cambiato fisionomia. A pochi passi dal negozio di elettricista della signora Ada ci sono i nuovi grattacieli di Milano e in quella strada, cuore della movida, non ci sono più i salumieri, le mercerie… Hanno venduto tutti per lasciare spazio ai locali notturni che animano il divertimento milanese. Ci sono negozi di moda di grandi griffes, c’è la mitica discoteca Hollywood che ha avuto il merito di spianare la strada al divertimento della movida in questo quartiere. Ma la signora Ada è ancora lì. Non ha mollato e ha rifiutato fior di offerte per cedere quei grandi locali in cui qualcuno vorrebbe mettere un negozio di abbigliamento o fare un nuovo locale per aperitivi.
“Assolutamente non se ne parla –commenta l’86enne- Non ne abbiamo mai voluto sapere nulla, le cifre non ci interessano. Restiamo qui”.
Accanto a lei il figlio Roberto Perolini. E nel loro negozio puoi ancora trovare pezzi di ricambio che altri negozi non trattano più: lampadine con luce calda, fili elettrici foderati di tessuto di 108 tonalità diverse. Insomma, la signora Ada e il figlio Roberto ai clienti ci tengono e cercano di offrire un servizio d’altri tempi.
Se alla signora si chiede come era Corso Como un tempo, lei sorride, si stringe nelle spalle e la memoria comincia a vagare, come se – mentre parla – quei ricordi prendessero corpo e colore nella sua mente: corso Como era tutto di tutto –dice- C’era il salumiere, l’arrotino, il fabbro. Poi 20 anni fa la gente ha cominciato a cedere. Questa strada doveva diventare la via della moda… Chi per età, chi per soldi, ha lasciato e qui sono rimasta sola”
Quando le si parla della sua adolescenza, dei suoi 16 anni, lei ricorda quella Milano ancora in guerra. “Lavoravo con mio papà, ero ragazza… Poi dopo la morte del papà siamo andati avanti io e mio figlio. Ma nel 2014 siamo ancora qui. Più di 70 anni di attività”
Da quando la famiglia Comoretto ne sono successe di cose in questa via. 4 mesi dopo aver aperto il negozio, Milano fu bombardata dagli Americani. Tante le macerie in tutta la città, soprattutto nella zona di corso Como, a due passi dalla stazione Garibaldi, uno dei punti chiave da colpire con le bombe. Ma il negozio è rimasto in piedi… “Poi – racconta la signora Ada – abbiamo superato altre difficoltà. Non ultima la crisi che stiamo vivendo… ma, adattandoci, riusciamo ad andare avanti”. La costruzione del parcheggio di Piazza XXV Aprile durata 10 anni e al centro di una inchiesta giudiziaria ha costretto molti negozianti a chiudere i battenti, ma loro hanno stretto i denti e sono riusciti a superare anche questa difficoltà, come quella della chiusura della strada alle auto. E per loro che vendevano parti tecniche ai grandi azienda che si muovevano con furgoni non è stato facile. Ora che la crisi sembra essere alla fine, la signora Ada dice: “Le devo dire che un po’ è anche la mia cocciutaggine. Perché questo negozio è la vita. Mi ci trovo, sono appassionata. Mi piace… e mi piacciono i miei clienti… Quindi, se abbiamo fatto 70 anni, siamo pronti –se la salute ce lo consente– ad andare avanti altri 70…”

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