Stefano Rodotà è morto oggi all’età di 84 anni. Un raffinato giurista, un politico appassionato, una vita spesa per difendere i diritti e la legalità. E’ stato un protagonista della vita pubblica italiana e si è sempre speso per far valere il suo punto di vista laico sui grandi temi del Paese.
Intellettuale di sinistra, si era sempre contraddistinto per la sua libertàEra nato nel 1933 a Cosenza. Giurista, professore universitario, ex parlamentare, già Garante per la protezione dei dati personali, viene eletto deputato per la prima volta nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano.
Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal Pci di Achille Occhetto e successivamente, dopo il XX Congresso del partito comunista e la svolta della Bolognina, aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primo presidente del Consiglio nazionale, carica che ricoprirà fino al 1992. Nell’aprile dello stesso anno torna alla Camera dei deputati tra le file del Pds, viene eletto vicepresidente e fa parte della nuova Commissione Bicamerale. Dal 1997 al 2005 Rodotà è stato il primo Garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell’Unione europea. Nel 2013 è stato candidato non eletto per l’elezione del Presidente della Repubblica. (23 giugno 2017).
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