(AGI/AFP/EFE) – Bruxelles, 23 nov. – Non sono piu’ gli uomini bianchi omosessuali i piu’ colpiti dall’Aids, bensi’ le donne africane. La novita’ e’ il dato saliente del rapporto annuale sull’evoluzione della malattia nel mondo, presentato a Bruxelles alla vigilia della giornata Mondiale contro l’Aids, che si celebrera’ il primo dicembre. Secondo l’Unaids (l’agenzia Onu per la lotta contro l’Aids), il mondo e’ di fronte a “una sfida unica allo sviluppo”: attualmente sono 39,4 milioni le persone contagiate dal virus dell’immunodeficienza acquisita (erano tre milioni meno di due anni fa) e oltre 3 milioni moriranno quest’anno per l’Aids. Il direttore del programma Onu, Peter Piot ha detto che “occorre attaccare al cuore l’epidemia”, il che significa insistere nelle campagne di prevenzione e mostrare anche ‘tolleranza zero’ nei confronti della violenza sessuale (secondo Piot, la causa principale dell’incremento dei casi di Aids tra la popolazione femminile africana). Dei circa 37,2 mlioni di adulti (tra i 15 e i 49 anni) contagiati, circa la meta’ sono donne. Nel 2004, sono state contagiate 4,9 mlioni di persone, il bilancio piu’ alto in un unico anno (erano stati 4,8 milioni nell’anno precedente, anche quello un anno record). “Il numero delle persone che convivono con il virus e’ cresciuto in ogni regione”, ma l’incremento maggiore negli ultimi anni e’ avvenuto nell’est asiatico (specialmente in Cina, Indonesia, Vietnam), nei Paesi dell’Europa orientale e in Asia centrale. Per parte sua, il commissario europeo allo sviluppo, il belga Luis Michel, ha ricordato che la Commissione e gli Stato membri sono stati quest’anno i principali contribuenti del Fondo Mondiale contro l’Aids, finanziando circa la meta’ del suo bilancio (2.400 dei circa 4.600 milioni di euro).
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