ali - ALICE NON LO SA, RILETTURA DEL TESTO ASPETTANDO SANREMO

SANREMO: QUEST’ANNO E’ DEDICATO ALLA CANZONE ITALIANA D’AUTORE DI DE GREGORI

Definiamo la marcia di avvicinamento a Sanremo – quando ormai siamo alla vigilia della kermesse canora – con una vera e propria ‘poesia’ in musica. Visto che la 64^ edizione del Festival che aprirà i battenti martedì prossimo è dedicata alla canzone d’autore di Francesco De Gregori (ma anche di De André e Guccini), ho pensato di postare un’esegesi di uno dei suoi più bei brani: Alice.
A differenza di Antonello Venditti che definisce sempre minuziosamente i contorni dei personaggi delle sue canzoni (basti ricordare con quale dovizia di particolari viene descritta la vita di “Sara”) , Francesco De Gregori è noto per il suo stile criptico. I suoi personaggi sono appena abbozzati, volutamente incompleti, le vicende descritte in modo sommario e i luoghi appena tratteggiati, con poche pennellate di ‘colore’.
Il significato più profondo di Alice, poetico brano che il cantautore romano presentò nel 1973 a “Un disco per l’estate” classificandosi ultimo, rischia quindi di non essere colto appieno se il testo non viene prima esaminato con attenzione e “decifrato”.
Partiamo dal nome della figura principale: Alice. Viene scelto in ideale continuità con il personaggio di Lewis Carroll (Alice nel Paese delle Meraviglie). Così come la Alice di Carroll incontra diversi e improbabili personaggi (il bianconiglio, il cappellaio matto, lo stregatto etc.) la Alice di De Gregori unisce una serie di altrettanto strani soggetti che hanno in essa stessa il loro comun denominatore. Lei li unifica però in modo insolito: semplicemente ignorando che essi esistano (“ma tutto questo Alice non lo sa” ripete il refrain). L’unica cosa che hanno quindi in comune è l’essere ignorati da Alice.

Qui di seguito si trova il brano musicale in una recente interpretazione:
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E qui di seguito il testo:

Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta

La canzone si apre con un’antitesi: da una parte Alice, ragazza immobile che fissa dei gatti stesi a prendere il sole. Dall’altra il mondo che invece è in movimento, seppur lentamente (almeno secondo Alice).

Irene al quarto piano è lì tranquilla
che si guarda nello specchio e accende un’altra sigaretta

Neanche il tempo di conoscere il primo personaggio che già ne viene introdotto, imprevedibilmente, un altro: Irene. La ragazza si guarda in uno specchio che qui ha valore metaforico. De Gregori intende dire cioè che sta guardandosi dentro, come presa da uno sconforto, probabilmente dovuto a ragioni sentimentali, e dal nervosismo che la porta ad accendere un’ulteriore sigaretta.

E Lili Marleen, bella più che mai, sorride e non ti dice la sua età

Irene prova ad immaginarsi in un improbabile confronto con la grande Marlene Dietrich che problemi di cuore di certo non ne aveva e semmai ne creava. “Se fossi bella come lei – sembra pensare Irene – con un fascino irresistibile che prescinde persino dall’età, non sarei così angustiata”.

Ma tutto questo Alice non lo sa

Di tutto quanto accaduto sino ad ora, Alice non sa nulla.

“Ma io non ci sto più”, gridò lo sposo e poi

Ecco di nuovo un repentino cambio di scena. Siamo ad una cerimonia di matrimonio ed è appena successo un fatto clamoroso: uno sposo grida in pubblico di non volersi più sposare.

Tutti pensarono dietro ai cappelli
lo sposo è impazzito oppure ha bevuto

I presenti sono rimasti tutti attoniti e nascondendosi sotto alle tese dei cappelli commentano: “Lo sposo è impazzito o è ubriaco”. Qui vi è una evidente critica di De Gregori al sistema della convenzioni sociali per le quali non si accetta che possa esservi stato un sincero ripensamento dello sposo e si preferisce derubricare immediatamente la vicenda come “follia” o “stato di ubriachezza”.

Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
non è così che se ne andrà

Lo sposo, però, sa qualcosa che tutti i presenti ignorano: che la sposa è incinta. Ecco perché, pur rifiutando la convenzione sociale del matrimonio, lui non lascerà la ragazza da sola col bambino. Costituiranno comunque tutti insieme una famiglia. E ciò avverrà quasi a dispetto degli ospiti che ignorano questo elemento fondamentale.
Con questo passaggio si produce una sovrapposizione tra Alice, che volontariamente non sa nulla (immersa com’è nella contemplazione dei gatti) e gli ospiti del matrimonio che proprio come lei, ma non per loro volontà, non sanno nulla di ciò che sta realmente accadendo.

Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole
mentre il sole a poco a poco si avvicina

Inizio di seconda strofa anaforico, simile quindi a quello della prima.

E Cesare perduto nella pioggia
sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina

Entra in scena un ulteriore personaggio: Cesare. Sotto una pioggia scrosciante l’uomo è in attesa da ore di una ballerina di cui è innamorato.

E rimane lì a bagnarsi ancora un po’
e il tram di mezzanotte se ne va

Cesare è talmente invaghito della ragazza da decidere di continuare ad aspettarla in strada e sotto la pioggia anche quando appare ormai chiaro che lei non verrà all’appuntamento. La sua ostinata passione lo porta a perdere persino l’ultimo tram, quello della mezzanotte.
In effetti questo episodio è realmente accaduto e il protagonista è stato Cesare Pavese. Si era perdutamente innamorato di una ballerina conosciuta in un locale. Lei gli aveva concesso un appuntamento ma poi non si era presentata. Pavese la aspettò così tanto a lungo sotto la pioggia da essersi procurato una pleurite che gli fece rischiare la vita costringendolo a letto per oltre 3 mesi.

E tutto questo Alice non lo sa
[ … ] Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole
mentre il sole fa l’amore con la luna

Alice continua a guardare i gatti all’esterno. In questa scena si affaccia per la prima volta la luna che si aggiunge al sole come a scandire il tempo e a significare che sono trascorse alcune ore.

Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello
ma è convinto che sia un portafortuna

Ecco che De Gregori introduce un’ulteriore figura, di grande umanità e fierezza. Si tratta di un mendicante che sotto al cappello nasconde un bernoccolo, un carcinoma che riesce ad accettare solo illudendosi che porti fortuna. E’ evidente qui l’antitesi tra questo personaggio disperato e gli ospiti del matrimonio precedentemente menzionati che pure indossavano un cappello ma per tutt’altro motivo: poter giudicare, di nascosto, il comportamento dello sposo.
Nei primi anni ’70 questa parte della canzone veniva censurata dalla casa discografica che, ritenendola sconveniente, obbligava De Gregori a sostituirla con “Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello”.

Non ti chiede mai pane o carità
e un posto per dormire non ce l’ha

Nonostante la malattia il mendicante in realtà ha un suo profondo orgoglio che lo porta a non elemosinare nulla. E tale comportamento viene fortemente sottolineato da De Gregori spiegando che l’uomo non ha neanche un posto dove dormire.

Ma tutto questo Alice non lo sa

Wanda Montanelli

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