LO DIMOSTRA UNO STUDIO SULLA PRESTIGIOSA RIVISTA ‘NEJM’
Noci superstar: consumarne una manciata al giorno pare abbassi del 20% le probabilita’ di morire per qualsiasi causa in un arco di 30 anni, rispetto a coloro che non si nutrono mai di questo alimento. Lo dicono gli scienziati del Dana-Farber Cancer Institute, Brigham and Women Hospital e della Harvard School of Public Health in uno studio pubblicato sul ‘ New England Journal of Medicine’, che contiene un’ ulteriore buona notizia: al contrario di quanto siamo abituati a pensare, consumare regolarmente noci rende anche piu’ snelli.
L’ indagine ha preso in prestito i dati del Nurses Health Study e dell’ Health Professionals Follow-up Study, relativi a 76.464 donne e 42.498 uomini. I partecipanti hanno compilato questionari dettagliati sulle abitudini alimentari ogni 2-4 anni per circa 30 anni. Fra le domande ce n’ era anche una che chiedeva se e quanto spesso fossero soliti consumare una porzione pari a un’ oncia di noci, pari a un tipico pacchetto che si puo’ trovare anche nei distributore automatici. Sofisticati metodi di analisi dei dati sono stati utilizzare per eliminare altri fattori che potevano influenzare i benefici in termini di mortalita’. “Il vantaggio piu’ evidente – evidenzia Charles Fuchs, autore senior del rapporto – e’ stata una riduzione del 29% delle morti per malattie del cuore, i big killer in America. Ma abbiamo anche osservato una significativa riduzione (-11%) del rischio di morire di cancro”.
Gli autori fanno notare che, pur essendo questo un grande studio, non puo’ dimostrare definitivamente la relazione di causa ed effetto fra consumo di noci e benefici di vita. Tuttavia, i risultati sono fortemente coerenti con abbondanti dati derivati da studi osservazionali e clinici precedenti, a sostegno dei benefici per la salute del consumo di noci su molte malattie croniche. In effetti, sulla base di queste indagini, nel 2003 la Food and Drug Administration aveva concluso che mangiare 1,5 once al giorno di frutta secca con guscio puo’ concretamente ridurre il rischio di malattie cardiache. (Bdc/Opr/Adnkronos 20-NOV-13)
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