I dati sulla povertà nel nostro Paese mostrano che il 23% degli italiani vive con meno di 830 euro al mese e aumentano le disuguaglianze: il 5% dei paperoni ha oltre il 40% della ricchezza
Un anziano rovista tra gli avanzi di un mercato rionale (Newpress)
Nel 2016, in Italia quasi una persona su quattro era a rischio povertà. E’ questo il dato che emerge dall’indagine condotta da Bankitalia sui bilanci delle famiglie del Belpaese. Secondo le statistiche, la quota di individui che vive con un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano (che individua il rischio di povertà e nel 2016 era pari a circa 830 euro mensili) è salita al 23%, il dato più alto dal 19,6% del 2006. Quando si parla poi di immigrati il rischio povertà riguarda più della metà (55%) della popolazione. Il rischio povertà aumenta anche al Nord, passando dall’8,3% al 15%. Nonostante il dato preoccupante, da via Nazionale informano che nel 2016 si è interrotta la caduta libera dei redditi delle famiglie, in corso dal 2006 e ora in aumento del 3,5%.
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