Hanno staccato le tue salde mani
dal fragile timone della vita
e poi insabbiato l’ancora e la vela
sulla remota sponda senza mare.
Ferma è la bussola e fermo è l’ago
incantato a rimirar la stella
che ci vide, sorrise e poi arrossì
quando, con la tua bocca fresca d’erba,
tu mi annodasti a te, stretta, col nodo
che solo un marinaio può slegare.

Sono ancorata a te… senza timone
insieme approderemo dove e quando
l’onda caparbia che ha rubato il sogno
si romperà su un cuore di corallo.

Nello smeraldo mare, senza fondo,
dalla spuma leggera come trina,
al naufragar dell’onda che respira,
mi verrai incontro, bello come un Dio,
lo sguardo all’ombra della tua visiera
mentre, “annodata”, a un cielo ancora bianco,
verrò da te, leggera come vela.

Gabriella Quattrini

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