(ANSA) – ROMA, 23 SET – In Italia il problema della rappresentanza politica delle donne non e’ stato ancora risolto: la presenza delle donne nelle istituzioni e dunque il loro ruolo nei luoghi di decisione rimane ancora molto basso. E’ quanto emerge da una serie di dati resi noti durante il convegno promosso oggi dall’ Anci sul tema ‘Il cammino Comune verso l’
uguaglianza sostanziale’, in Campidoglio.In Senato le donne rappresentano solo l’ 8% del totale; alla Camera la presenza femminile aumenta, raggiungendo la percentuale dell’ 11,3%. La presenza femminile nel governo delle regioni oscilla, a seconda delle cariche ricoperte, dal 13,2% per gli assessori all’ 8,4% per i consiglieri. Nell’ ambito delle istituzioni provinciali, diminuisce la percentuale di donne presidente che dal 5% delle istituzioni regionali scende ulteriormente al 3,9%, ma aumenta la percentuale delle donne assessore, che sale al 13,6%; si attestano invece sul 10,2% le donne consigliere. Nei comuni capoluogo le donne sindaco sono il 6,8% del totale, le donne assessore il 14,5% e le donne consigliere l’11,4%. L’andamento dei comuni capoluogo si rileva anche nei comuni con piu’ di 15 mila abitanti in cui la percentuale maggiore di presenza femminile si rileva nell’ ambito della carica di assessore in cui la presenza femminile si attesta al 13,7% mentre le donne sindaco restano poche, in quanto rappresentano il 6,5% del totale. Infine le donne consigliere rappresentano il 10,8%. Nell’ ambito dei piccoli comuni, invece, si ha un trend differente: le donne sindaco sono il 7,2% e aumentano le donne consigliere, la cuipercentuale si attesta al 17,8% mentre le donne assessore sono il 16,6% del totale.Durante il convegno e’ stato reso noto che nel marzo 2004 a Torino, presso il Centro Congressi del Lingotto, si terra’ Expoelette, primo salone internazionale delle elette e delle pari opportunita’; durante il salone verra’ presentata la ‘Carta di Torino’ che sara’ proposta a tutte le istituzioni
POCHE LE DONNE ANCHE IN ISTITUZIONI UE
(ANSA) – ROMA, 23 SET – La presenza delle donne e’ scarsa non solo nella politica italiana ma anche all’interno delle istituzioni comunitarie. E’ quanto e’ emerso oggi nel corso del convegno promosso dall’Anci a Roma sul tema ‘Un cammino Comune verso l’uguaglianza sostanziale’. Nella Convenzione europea – secondo dati resi noti oggi – le donne sono 16 su 105 membri titolari mentre nella commissione europea la componente femminile si attesta al 25%: su 20 componenti solo 5 sono donne. Per quanto riguarda invece il Parlamento europeo su 626 componenti 196 sono donne e la presenza femminile si attesta dunque al 31%. La situazione all’interno degli stati membri dell’ Ue riflette quanto riscontrato all’interno delle istituzioni comunitarie: le donne sono in generale sottorappresentante, eccetto che nei Paesi scandinavi, rispetto al loro peso elettorale. La realta’ europea presenta pero’ caratteristiche diverse da paese a paese. In particolare, nel nord Europa si registrano percentuali piu’ alte di partecipazione femminile: Svezia, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Germania hanno percentuali comprese tra il 42% e il 31%. Seguono Spagna, Austria, Belgio che rappresentano invece percentuali comprese tra il 28% e il 23%. In Portogallo, Regno Unito, Irlanda si hanno invece percentuali comprese tra il 18,7% e il 12%. Infine in Francia, Italia e Grecia la percentuale scende ed e’ compresa tra il 10% e l’8%. La presenza delle donne nei governi nazionali degli stati membri e’ mediamente del 28,6%. Ancora una volta sono i Paesi del nord Europa a registrare le percentuali piu’ alte di partecipazione femminile con percentuali che oscillano tra il 58% e il 35%. Seguono Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Austria e Lussemburgo, con percentuali tra il 35% e il 29%. Nell’ultimo gruppo, costituito da Irlanda, Spagna, Belgio Italia Portogallo e Grecia, la presenza femminile varia dal 19% dell’Irlanda al 12% della Grecia. In tutti i casi, eccetto Finlandia e Italia, vi e’ stato un aumento della presenza femminile nelle istituzioni tra gli anni
’80 e ’90. La conclusione e’ che, sebbene vi sia una tendenza negli ultimi anni ad un aumento della presenza femminile nelle istituzioni comunitarie e negli organi di gov4enro dei paesi europei, l’acceso alle cariche pubbliche per le donne ‘e garantito formalmente ma non si traduce ancora in una consistente presenza delle donne nelle istituzioni.
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