Roma, 9 nov. – (Adnkronos/Aki) – Dai sogni di un culturista nell’Afghanistan post-talebano alla storia di un pugile algerino, passando per gli adolescenti di Odessa e di Teheran. Sono le molte immagini inedite proposte dai quindici documentari del concorso internazionale del MedFilm Festival, in corso a Roma. Come spiega il suo curatore Angelo Loy, si tratta di opere scelte “per la potenza del loro sguardo, originale e sincero”. Fra il molto materiale visionato, Loy si e’ reso contro “solo a posteriori di aver scelto autori quasi tutti giovani, con una forte presenza femminile”. Si tratta di scelte coraggiose, anzi – come spiega Loy – “a volte anche potenti, come in una delle pellicole, ‘El Sastre’ di Oscar Perez, dove in una sola inquadratura fissa vediamo il negozio di un sarto pakistano a Barcellona e il suo dialogare con i clienti: la scelta di limitare l’esperienza visiva in realta’ fa lavorare lo spettatore, stimolandolo in modo poco ‘televisivo'”. La presenza dei giovani per Loy testimonia il buon momento del settore “grazie anche alle nuove tecnologie che confermano il documentario come una palestra da cui emergono i veri talenti di domani”. Quanto alla presenza delle donne fra le proposte del MedFilm Festival, il curatore del MedFilm la motiva con il fatto che “in questo genere la sensibilita’ femminile puo’ esprimersi in un contesto piu’ intimo e piu’ efficace”. Fra le tre pellicole italiane in lizza, Loy ricorda che “due provengono dalla scuola ZeLIG di Bolzano, una delle migliori anche perche’ ha la fortuna di essere in contatto con il mercato nordico” dove tv e cinema danno ampio spazio a questo genere. Un elemento che invita il curatore del MedFilm ad un appello alle nostre tv: “Da noi purtroppo non c’e’ quasi mercato, se escludiamo Cult Network di Sky e alcuni spazi sulla Rai: eppure se le nostre tv valorizzassero i documentari si accorgerebbero che sono in grado di parlare del nostro mondo piu’ di tanto giornalismo”.

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