di Anna Rossi

La trasfigurazione dell’immagine femminile o di quella maschile, nella società occidentale odierna, è spesso legata all’incapacità di ambedue i sessi di affrontare le problematiche con la predisposizione di chi, davvero, vuole esprimere limiti e potenzialità.
L’istintiva libera volontà della donna di darsi a chi le pare, nel corso dei secoli, è stata spesso oggetto di manipolazione e di artificio.
Al contrario l’uomo, facendo fatica a capire la tendenza a “scegliere” della donna, ha violentato spesso questo suo diritto fino a mortificarlo in tutte le piegature dell’espressività femminile sociale.
Solitamente è il maschio ad essere poco selettivo e a guardare più alla quantità che alla qualità. Questa sua tendenza naturale ha permesso di frenare la straordinaria capacità cacciatrice della femmina la quale, a sua volta, rimane abilissima nella “conquista” nonostante i vincoli e le leggi maschili per frenarla.
Nella società occidentale stiamo assistendo ad una sovrapposizione dei ruoli dettata da nuove abitudini a loro volte prodotte da processi economici spesso innaturali per stile e contenuto.
In questo contesto i tempi di ricongiungimento per i due generi sono sempre più brevi e soggetti a pressioni distorsive, se non devastanti, per l’equilibrio delle comunità umane.
I modelli comportamentali sono imposti da leggi antiumane che condizionano i processi vitali dell’evoluzione della specie.
In sostanza quel che sta accadendo al mondo della finanza sta ingoiando il mondo “civile”.
Per sopportare l’affondo di una realtà privata delle regole e del rispetto per le stesse si è tentati dall’assumere assetti deboli e quindi soggetti alle furie del potere assoluto.
Per riprendere il filo conduttore del “naturale” vivere quotidiano occorre riappropriarci del tempo necessario alla predisposizione dell’uno verso l’altro.
Oggi questo tempo è tendenzialmente inferiore ai processi di elaborazione sentimentale e ci rigetta in una solitudine infinita.
Se volgiamo lo sguardo al mondo del lavoro o a quello dell’approvvigionamento indotto, l’impressione è la medesima.
In una società in cui i ruoli tradizionali sono sempre più disattesi è l’affermazione dei singoli che ne soffre. Debordare verso una sovrapposizione dei ruoli confonde, disorienta e innesca insoddisfazione e depressione.
La nostra vita, attaccata da un virus sconosciuto che gode solo di stesso, e per il quale non c’è posto per la reciprocità, spesso si trasforma in una lenta agonia.
Il miracolo del rinnamoramento verso la “vitalità” potrebbe verificarsi attraverso la liberazione del nuovo ”istinto europeo”.
Di cosa si tratta? Si tratta di un moto naturale generato dall’elaborazione dei processi minanti la struttura della nostra volontà a procedere contro la tirannia delle non-regole.
Un anti-virus capace di generare una sana e diffusa ostilità contro la società dell’approssimazione, del precariato, della negazione dei diritti umani e civili, del sesso capriccioso che unisce ciò che ufficialmente dovrebbe essere diviso.
Una risposta viscerale, un impeto non litigioso ma fattivo verso la riconciliazione fra i generi e costruttore di assetti etici della nuova società globalizzata.
Lontani dalla madre terra e dai suoi prodotti siamo ingoiati nei servizi generati dalla produzione controllata, siamo anelli di una catena di cui non conosceremo mai né l’inizio né la fine. Sempre meno riproduttivi soffochiamo come polli d’allevamento ai quali è negato il diritto di vivere secondo natura.
E’ una nuova visione di schiavitù, una visione lontana dalla concezione conosciuta, una visione che nell’illusione collettiva diviene plebiscito inconsapevole verso il male oscuro della menzogna.
Dall’aria non respiriamo più i profumi della resistenza all’ingiustizie, delle passioni che svuotano le membra, della caparbietà ad affermare un principio condiviso.
Gli infiniti buchi creati dalla carenza di amore, di utopie vitali e di fame dell’altro/a saranno sapientemente occlusi?.
La donna, liberata dei tabù, riuscirà altresì a svincolarsi dalla violenza del compromesso?
L’uomo, obbligato a scegliere fra territorio e potere, tornerà alla prudenza?
Per quanto tempo ancora dovremo guardare l’occidente con occhi increduli?
Ma che razza di uguaglianza è quella che non riguarda anche i rapporti più proibiti?
Cos’è cambiato che non ha cambiato in meglio i rapporti umani?
Il fascino è il segreto conturbante di chi incede con passo sicuro in un mondo ostile lasciando nelle orme l’indicazione di nuovi confini e nuovi traguardi.
Il sonno degli uomini è animato dal sogno collettivo. Nessun singolo potrebbe mai fare altrettanto.

Prof. Anna Rossi
Docente del Linguaggio di Business English
“Scienze sociali”

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