(ANSA) – ROMA, 9 NOV – Nell’occupare posti decisionali, sia in politica che nelle istituzioni, le donne italiane restano agli ultimissimi posti in Europa. L’andamento di questo fenomeno sta avendo nel nostro paese un andamento ”schizofrenico”, legato a fatti episodici e non a vere e proprie politiche
strutturali per le azioni positive come avviene invece in altri paesi europei. Lo sottolinea l’Arcidonna che questa mattina ha presentato, nella Casa Internazionale delle donne, alla presenza di rappresentanti di altri paesi europei, i risultati di un Osservatorio che sta monitorando la presenza delle donne nelle istituzioni, nella politica e nell’economia nell’ambito del progetto comunitario Equal (il programma specifico si chiama ‘Esserci’). L’osservatorio, in particolare, prende in esame il fenomeno in quattro paesi europei, oltre all’Italia, l’Austria, l’Olanda, la Spagna. In generale, al Parlamento europeo, l’Italia ha raggiunto dopo l’ultima competizione elettorale il 19% di presenza
femminile fra i parlamentari italiani (peggio di noi solo la Polonia con il 13% e nessuna donna da Cipro e Malta), contro una media europea del 30%. La precedente consultazione era intorno all’11% mentre in quella ancora precedente al 15%. Proprio questo andamento cosi’ discontinuo fa dire alla presidente di Arcidonna, Valeria Ajovalasit, che l’Italia non gode in materia ancora di politiche strutturali: ”Mentre negli altri paesi si registra un miglioramento, anche se lieve, ma costante nel tempo, l’Italia non ha mai prodotto vere azioni positive nel ‘gender mainstreaming’. Evidentemente non ci crede, la politica costretta con fatti episodici. Non e’ insomma una scelta
politica”. L’Osservatorio (che continuera’ la sua attivita’ di monitoraggio a livello transazionale fino a febbraio 2005 per poi continuare a livello nazionale) ha sottolineato alcuni dati. Presenza femminile nei governi: Italia 10%, Spagna 47%, Olanda 31%, Austria 20%. Alla Camera bassa: Italia 12%, Olanda 38%, Spagna 36%, Austria 34%. Alla Camera Alta: Italia 8%, Olanda 32%, Spagna 25%, Austria 29%. Nei partiti: Italia 15%, Spagna 32%, Olanda 24%, Austria 25%. Per quanto riguarda gli organi di partito, l’Italia registra il 15,2% di presenza di donne. Il primo partito e’ il Pdci, con il 40,4%, segue Rifondazione comunista con il 34,2%, i Verdi con il 34,1% e i Ds con il 30,8%. Agli ultimi posti, An con il 5,6%, Forza Italia con il 5,8% e l’Udc con il 7%. Significativa, per l’Aricidonna, la presenza delle donne nelle banche dove le occupate sono il 37,5%. In particolare, le impiegate rappresentano il 47,2%, i quadri il 21,5% e le dirigenti il 4,1%. Va un po’ meglio alla Banca d’Italia dove le dirigenti sono il 26,4% e le donne che rivestono gradi superiori il 14,7%. Per l’Arcidonna, che e’ una onlus, infine, l’Osservatorio avrebbe un ruolo importante se fosse allargato all’intera Europa: ”il nostro modello – ha detto Ajovalasit – puo’ essere un utile strumento oltre che un punto di partenza. Siamo disponibili a lavorare in tal senso”.
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