Riccardo Balzaretti, 28enne comasco, dottorando dell’università degli Studi dell’Insubria, l’ha battezzata ‘3Bee’. Quando l’ha ideata pensava a una soluzione per salvare le api da un ambiente sempre più ostile, salvaguardando queste sentinelle della biodiversità, nonché operose amiche dell’uomo grazie alla loro instancabile produzione: dal miele alla cera, dalla propoli alla pappa reale. E’ nato così il progetto di un’arnia hi-tech, un alveare 3.0 – da qui il nome 3Bee – in grado di “monitorare e curare le api, prevenendone le avversità”. Dai suoi favi uscirà miele ‘col bollino’, certificato nella qualità. E dalla ricerca all’impresa, l’arnia salva-api made in Italy sta per diventare una start-up ed essere premiata dalla Fondazione Barilla come una delle 10 migliori invenzioni del mondo sul fronte della sostenibilità alimentare.
Balzaretti, dottorando in Biotecnologie, Bioscienze e Tecnologie chirurgiche all’Insubria dopo una laurea triennale in Scienze biologiche e una magistrale in Biologia nello stesso ateneo, è impegnato nello sviluppo della sua creatura insieme a Niccolò Calandri, dottorando in Elettronica al Politecnico di Milano, ed Elia Nipoti, tecnologo alimentare laureato all’università degli Studi del capoluogo lombardo. “Attualmente siamo incubati in ComoNext”, parco scientifico tecnologico di Lomazzo, “e a dicembre apriremo la nostra start-up, 3Bee. Sempre a dicembre inizieremo una campagna di crowdfunding e stiamo cercando sponsor che possano condividere la nostra iniziativa”, spiega il giovane cervello.
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