MA L’ AULA SI SPACCA: C’È CHI NON VOTA E CHI SI ESPRIME CONTRO

(DIRE) Roma, 15 mar. – Con 203 si’, 14 no e 33 astenuti, il Senato ha dato il via libera al ddl quote rosa. A partire dal 2015 un terzo dei Cda delle societa’ quotate in borsa dovra’ essere costituito da donne. Oggi le presenze femminili sono ferme al 6% sul totale dei consiglieri presenti in Italia. La norma approvata dovra’ tornare alla Camera perche’ e’ stata modificata a Palazzo Madama. Il si’ alla legge e’ stato sofferto. In aula i voti si sono frammentati. I Radicali non hanno partecipato alla votazione, cosi’ la senatrice Adriana Poli Bortone di Coesione nazionale e Piero Longo, Pdl. Dal parlamentare del Pdl Francesco Casoli e’ arrivato un “no” al ddl espresso con voto contrario. Stessa scelta per il pidiellino Andrea Pastore. Piu’ di un senatore si e’ astenuto, fra questi il sottosegretario Carlo Giovanardi. Ora, dopo il si’ definitivo alla Camera e dopo la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, le societa’ avranno 12 mesi per adeguarsi. Al primo rinnovo dei Cda, nel 2012, ci dovra’ essere almeno un quinto di donne fra gli eletti. Al secondo rinnovo, nel 2015, dovranno essere un terzo, o si incorrera’ in una diffida di quattro mesi alla quale, in caso di mancato adeguamento, scattera’ la sanzione pecuniaria (da 100mila euro a 1 milione). Per chi insiste a non attuare la legge, ci sara’ una seconda diffida di tre mesi e poi scattera’ la decadenza del Cda. Sara’ la Consob a vigilare sulle societa’ quotate private. Per le societa’ a controllo pubblico ci vorra’ un apposito regolamento. (Dire 15-03-11)

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