Cari amici,
credo possiamo concordare tutti sul fatto che sia più utile per il paese che le forze politiche tornino a confrontarsi sui temi e sui programmi concreti invece che su astratte formule e incomprensibili teoremi.
E’ con questo spirito che, a nome dell’Italia dei Valori, ho promosso – insieme agli altri capigruppo della coalizione del centrosinistra presenti al Parlamento europeo – una serie di incontri programmatici sui temi più caldi dell’agenda politica.
Cominceremo il prossimo 26 ottobre a Strasburgo ove affronteremo il tema dell’occupazione, del lavoro e dello stato sociale, partendo proprio dal contenuto del documento conclusivo redatto sin dal settembre dello scorso anno dal tavolo tecnico della coalizione.
Le tematiche concrete che già in quell’occasione vennero evidenziate sono:
· politica industriale, settori in crisi e Sud;
· politica dell’occupazione, mercato del lavoro e diritti;
· stato sociale, ammortizzatori sociali e pensioni;
· potere d’acquisto dei salari e delle pensioni;
· rappresentatività, rappresentanza e democrazia sindacale.
Vediamole in concreto.

Politica industriale, settori in crisi e Sud

Occorre riprendere un’iniziativa sul tema della politica industriale per rimettere il Paese sui binari di uno sviluppo di qualità, ambientalmente compatibile, fondato su investimenti selettivi sui temi della ricerca, dell’innovazione e della formazione. E’ necessaria un’azione pubblica d’indirizzo, di sostegno e d’intervento nei settori strategici dell’economia e del sistema industriale, se non vogliamo assistere inerti al declino industriale del Paese, alla scomparsa di grandi gruppi industriali e al deteriorarsi della situazione nel Mezzogiorno. Vanno affrontate con rapidità le crisi settoriali che riguardano l’automobile, l’agro-alimentare, il tessile, la chimica, i servizi ecc.. E’ inoltre necessario assumere la centralità della questione meridionale nella proposizione di un nuovo sviluppo legato alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse.

Politica dell’occupazione, mercato del lavoro e diritti

Nonostante gli annunci altisonanti del governo, l’economia è in “recessione”, la crescita occupazionale è pari a zero e assistiamo ad un consistente aumento della precarizzazione del lavoro. Il governo ha ridimensionato o cancellato gli interventi di stabilizzazione occupazionale e, con la legge 30, intende precarizzare il mercato del lavoro. Noi siamo contrari ai contenuti di questa legge di “controriforma” del mercato del lavoro che moltiplicano le forme di lavoro precario. Non è un caso che esistano diverse proposte di legge dei partiti del centro sinistra, della sinistra e della stessa Cgil che, pur diverse fra di loro, si pongono l’obiettivo di ridurre la precarietà, tutelare il lavoro discontinuo, estendere i diritti e promuovere l’occupazione.
E’ questa la prospettiva dentro la quale deve muoversi la nostra azione, sia a livello nazionale che locale e deve riguardare anche i lavoratori immigrati. Importante a questo riguardo la possibilità che gli enti locali governati dalle forze di centro sinistra, si adoperino a limitare la precarietà.

Stato sociale, ammortizzatori sociali e pensioni

Il Governo, dopo l’attacco all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, si sta producendo in una serie d’iniziative volte a diminuire i diritti dei lavoratori e dei cittadini e le protezioni dello Stato sociale. Noi riconfermiamo il ruolo indispensabile del pubblico nel campo della sanità, dell’assistenza, della scuola e della previdenza, qualificando la spesa sociale e innalzandola ai livelli europei. Su questo ultimo punto il Governo ha più volte dichiarato, confusamente, la sua intenzione di abbassare le tutele del sistema pensionistico già modificato nel corso degli anni novanta. Tutto questo crea allarme sociale e confusione tra i cittadini. Noi siamo contrari alla legge delega voluta dal ministro Roberto Maroni, che prevede la decontribuzione (cioè il versamento di minori contributi pensionistici) per coloro, soprattutto giovani, che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro e che vanno tutelati anche nelle loro aspettative pensionistiche. Così come non condividiamo il trasferimento obbligatorio del Trattamento di Fine Rapporto ai Fondi Pensione. Inoltre, è urgente intervenire per il rafforzamento e l’estensione degli ammortizzatori sociali e per il reddito dei disoccupati, affinché si contribuisca, anche attraverso questa strada, a conferire sicurezza alla condizione dei lavoratori nel posto di lavoro e nel mercato del lavoro.

Potere d’acquisto e salari

Stiamo assistendo a una pericolosa erosione del potere d’acquisto dei salari, delle retribuzioni e delle pensioni. Oggi, anche avendo un lavoro stabile, a differenza del passato, si può correre il rischio di scivolare al di sotto della soglia di povertà. Il Governo non interviene per ricondurre l’inflazione ai livelli europei e fissa i tassi d’inflazione programmata (1,4% nel 2002) a livelli bassi e inaccettabili rispetto all’inflazione reale. In questo modo, e non rinnovando una parte dei contratti del pubblico impiego, il Governo si rende responsabile di un’azione programmata di perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni. Per questo motivo riteniamo che debba essere affrontata nel Paese una vera e propria “questione salariale”. Occorre agire in diverse direzioni: monitorare a livello centrale e territoriale l’andamento dei prezzi e delle tariffe ed intervenire ad un loro contenimento; superare il criterio dell’inflazione programmata per il rinnovo dei contratti di lavoro e definire modi più efficaci per garantire la copertura dall’inflazione reale. Il problema del potere d’acquisto non può essere disgiunto da una politica fiscale basata sul prelievo progressivo per tutti i redditi e dall’adozione di un criterio di trasparenza nella definizione del paniere di prodotti che definiscono l’aumento dell’inflazione.

Rimetto queste brevi considerazioni svolte dal “Gruppo Lavoro” della coalizione alla riflessione pubblica, anche in vista dei dibattiti che si andranno a svolgere nel paese nei prossimi mesi al fine di stendere tutti insieme il miglior programma di governo possibile.

Antonio Di Pietro – Presidente Italia dei Valori

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