Standing ovation dei pendolari: aveva di fronte 20 minorenni che si dimostravano violenti. «È questa la Trenord che vogliamo»
Tra furti e aggressioni, ormai, i treni sono un campo di battaglia quotidiana. Ne sanno qualcosa i capitreno, spesso minacciati, quando pizzicano passeggeri senza biglietto che poi danno in escandescenza. Stavolta, a differenza di altri casi, non ha vinto l’indifferenza. Ieri mattina, sul convoglio Bergamo-Milano delle 8.02, un capotreno donna ha immediatamente fatto scendere a Pioltello ben 20 ragazzini minorenni con lo zaino da scuola in spalla (solo alcuni di loro stranieri) e senza titolo di viaggio. Uno di loro ha sferrato un pugno contro un finestrino, senza romperlo, per dare prova della sua forza. I pendolari presenti nell’ultima carrozza, però, hanno immediatamente preso posizione a difesa del controllore, intimando a gran voce ai «portoghesi» di scendere.
Una situazione delicata che per fortuna non ha registrato nessun episodio di violenza. «Questo “scricciolo” di ragazza si è trovata davanti 20 ragazzini aggressivi ma ha saputo mantenere la calma senza mai mancare di autorità — racconta Lucia Ruggiero, rappresentante del Comitato Pendolari di Bergamo che ha visto tutto l’accaduto da vicino —. In gruppo questi quindicenni si sentivano forti, due di loro in particolare opponevano resistenza. Senza biglietto, e con atteggiamenti da spacconi, hanno accusato di razzismo la capotreno, che si era comportata in modo impeccabile. In pochi minuti, alla fine, sono scesi e tutto si è risolto per il meglio. I presenti hanno applaudito la capotreno. Questo è il personaleTrenord che vogliamo, anche la solidarietà dei pendolari è un bel segnale per la sicurezza». La notizia, diffusa proprio dal Comitato Pendolari sui social network, non è passata inosservata, con moltissimi commenti. «Erano una banda di nullafacenti e svogliati — ha scritto Leonardo che sul treno se li è trovati proprio davanti —. Senza biglietto hanno provato a inventarsi il razzismo. Una scena già vista e rivista un sacco di volte». «Troppo spesso — è la riflessione condivisa da tantissimi viaggiatori — quando il capotreno vuole svolgere il suo lavoro, e viene intimidito di fronte a una multa, ci si gira dall’altra parte ed è assolutamente sbagliato. Ci vuole sostegno».
Sull’accaduto è intervenuto anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte. «Questa dipendente Trenord è un valido esempio per tutti i colleghi — ha commentato —. Ha fatto il suo dovere ma è stata anche coraggiosa». Negli ultimi mesi, infatti, sono stati parecchi gli episodi di aggressioni a bordo dei convogli. I controllori hanno paura e intervengono come possono. Sempre sul Bergamo-Milano, ad esempio, a metà gennaio, di fronte alla rapina di un computer un controllore ha fotografato il malvivente che aveva pure rifilato una bottigliata in testa a un passeggero appena intervenuto. L’istantanea, in poche ore, si è rivelata decisiva per l’arresto.
Da regolamento, i capitreno non possono intervenire a tutela dell’ordine pubblico e quindi molto spesso chiamano rinforzi. Come successo sabato scorso sul convoglio che da Brescia portava a Bergamo. Tra i vagoni è dovuta intervenire la polizia locale di Palazzolo sull’Oglio, dopo una segnalazione della Polfer. Quindici ragazzi arroganti e scalmanati di fronte al controllore si rifiutavano di fornire le loro generalità e pagare il biglietto. Appena sono arrivati gli agenti, alcuni sono riusciti a scappare altri sono stati fermati e multati. (13 marzo 2015 Vittorio Ravazzini)
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