Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha annunciato che sarà avviato l’iter per l’abolizione del passaggio tra ora legale e ora solare su tutto il territorio della UE. Scopriamo quali sono i vantaggi e gli aspetti negativi di questa convenzione introdotta da decenni, le cui richieste di abolizione sono da tempo sul tavolo delle istituzioni europee.
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Andrea Centini
Introdotta definitivamente nel 1966 dopo un valzer iniziato 50 anni prima, l’ora legale è una convenzione ideata per risparmiare energia e regalarci più luce nei mesi estivi. Tuttavia, il passaggio tra l’ora solare e l’ora legale è da tempo nel mirino delle istituzioni europee, e nonostante il respingimento della richiesta di abolizione avvenuto lo scorso 8 febbraio da parte del Parlamento Europeo, a seguito di un sondaggio tenutosi questa estate il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha annunciato che verrà abolito su tutto il territorio UE. L’iter burocratico sarà quello classico, dato che la proposta dovrà prima essere accolta dal Parlamento Europeo e successivamente dai singoli governi degli Stati membri, ma la volontà popolare sembra essere chiara. Dei 4,6 milioni di cittadini europei che hanno partecipato al sondaggio, infatti, la maggioranza (80 percento) preferisce l’abolizione del passaggio. Vediamo quali sono i pro e i contro. Come indicato, i principali vantaggi dell’ora di luce in più durante i mesi interessati sono legati al minor consumo energetico e al fatto di poter godere per più tempo dei raggi della nostra stella. Per quanto concerne il risparmio di energia, esso è indubbiamente virtuoso sotto il profilo della tutela ambientale e della nostra salute. Basti pensare che, in base alle stime fornite da Terna, l’azienda che gestisce la rete elettrica italiana, in questi mesi di ora legale abbiamo evitato di proiettare nell’atmosfera del nostro Paese ben 320mila tonnellate di anidride carbonica (CO2). Si tratta del principale dei gas serra, alla base di inquinamento, malattie e cambiamenti climatici, che ha raggiunto picchi drammatici nella concentrazione atmosferica. Una recentissima ricerca della prestigiosa Università di Harvard ha inoltre scoperto che l’anidride carbonica sta impoverendo i raccolti di nutrienti come proteine, ferro e zinco. A causa di ciò entro il 2050 ci saranno centinaia di milioni di persone con carenze nutrizionali. L’ora legale, che nell’arco di sette mesi in Italia fa risparmiare più di 560 milioni di kilowattora di energia, ha anche un impatto sulle nostre tasche: grazie ad essa gli italiani nel 2018 risparmieranno 120 milioni di euro.
L’altro vantaggio principale dell’ora legale risiede nell’ora di Sole in più di cui possiamo godere. La luce, infatti, aumenta i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello conosciuto anche col nome di “ormone del buonumore”, proprio perché ci rasserena e migliora il sonno, fondamentale per la nostra salute. A supporto del nostro benessere anche il maggior tempo libero da trascorrere all’aria aperta. La luce solare, infine, favorisce la produzione della vitamina D, un fondamentale gruppo di pro-ormoni che ha numerosi benefici per il nostro organismo e durante la gravidanza. Perché si desidera abolire il passaggio tra ora legale e ora solare mantenendo solo la prima delle due? Una delle ragioni principali risiede nell’ora di sonno in meno, alla quale molte persone fanno fatica ad abituarsi rapidamente, sperimentando malesseri associabili a quelli del jet lag. Stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e produttività sul posto di lavoro, nausea e inappetenza sono tra i più comuni e diffusi. Del resto abbiamo un nostro orologio biologico -legato ai cosiddetti ritmi circadiani- ed è naturale avere delle difficoltà quando avvengono cambiamenti improvvisi come quelli introdotti dal passaggio tra ora solare e legale. Secondo alcune controverse teorie, inoltre, ciò potrebbe avere un impatto sulla pressione arteriosa e di conseguenza sul rischio di sviluppare eventi vascolari. Va infine considerato che la maggiore stanchezza sperimentata dalle persone più sensibili può essere alla base di incidenti, soprattutto sulle strade, ma anche in questo caso non vi sono solidi dati statistici a sostegno.
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