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 LA SVIZZERA RICORDA LE FEMMES DE VENISE

Alberto Giacometti non volle mai esporre per la Svizzera
Alberto Giacometti chiamava la rappresentazione scultorea senza la presenza diretta di un modello, un “travailler de mémoire”: un lavoro di memoria.
Nascono così nel 1956 le celebri Femmes de Venise una delle opere più emblematiche di Giacometti, che, insieme alle grandi sculture per la Chase Manhattan Plaza (1960), riflette la grande tensione dialettica dell’artista tra la capacità di cogliere l’individualità da un lato, e dall’altro la creazione di un’immagine sovraindividuale dell’uomo.
Le “Femmes de Venise” sono l’ispirazione anche del progetto a cura di Philipp Kaiser per il Padiglione svizzero della 57. Esposizione Internazionale d’Arte. La mostra “Women of Venice”, a cui partecipano la coppia di artisti Teresa Hubbard / Alexander Birchler e l’artista Carol Bove, intende infatti interrogarsi sui motivi che indussero Alberto Giacometti durante tutta la sua carriera a non esporre le proprie opere al Padiglione della Svizzera.
Art Museums of Switzerland, il network dei più importanti musei svizzeri d’arte, design e fotografia del XX e XXI secolo, e Svizzera Turismo in occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte, ha reso omaggio ad Alberto Giacometti con un appuntamento dedicato all’arte del grande artista al quale ha preso parte Lionel Bovier, direttore del MAMCO di Ginevra.
Fin dalla giovinezza, l’opera scultorea di Alberto Giacometti ha dedicato attenzione al modello o “alla natura”. Relegata in secondo piano durante il periodo surrealista (1930-34), tale modalità espressiva ritornerà con prepotenza nel 1935, diventando uno dei principali motivi della sua esclusione dal gruppo dei surrealisti. Fino alla sua morte, l’artista sarà alla costante ricerca di soluzioni tese a rappresentare la presenza individuale dei suoi modelli. (Angela Pagani)

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