Come potrei non capire
non riconoscere
il cancello di nebbia
che ti conduce all’altra dimensione.
Come potrei, io
che ho abitato là sulla soglia
come una zingara insolente
mendicando
realtà.

“MA QUALE STAGIONE POTEVA…”

Ma quale stagione poteva seguire
a quell’estate.
E l’autunno diffidente avanzò
socchiudendo la porta
e l’inverno lambì la soglia
con la sua lingua ruvida.
Tra il sangue e la carezza
un lungo intervallo
unì la nebbia al sogno non cercato.
E poi la primavera spense il fuoco
e fu la luce.

SOLITUDINE

Senza condivisione
dello sguardo e dell’attimo
senza che insieme ci accenda
e ci attraversi
di quell’istante la tormentata luce
chiunque sia vicino a me
non c’e’.

Angela Diana Di Francesca

Categorizzato in: