Il decalogo di una psicoterapeuta pubblicato dalla Polizia di Stato

bul5 - BULLISMO: 
 COSA FARE SE IL PREPOTENTE E' NOSTRO FIGLIO

Si parla sempre più spesso di bullismo e cyberbullismo, e in genere si dà spazio alle vittime e alle loro famiglie, a come gestire la situazione. Ma come relazionarsi se ci si trova nell’altra parte in causa? Ovvero, cosa fare se il bullo è proprio nostro figlio? Lo spiega Maura Manca, Psicoterapeuta Presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza, sulla pagina Facebook della Polizia di Stato di ‘Una vita da social’, campagna dedicata all’educazione dei giovani all’uso della rete.
La psicoterapeuta redige un decalogo per riconoscere e gestire il bullo o il cyberbullo quando è nella propria famiglia. Partendo dal presupposto che un ragazzino prevaricatore difficilmente è qualcuno che si apre e parla con gli adulti. Anzi, generalmente, scrive Manca, tende a negare, a sminuire, a dire che si tratta di un gioco, a dare la colpa agli altri, affermando di essere stato provocato. E’ un ragazzo o una ragazza che spesso non riconosce la gravità delle sue azioni. Non vede il punto di vista altrui. Ecco che il genitore, afferma Manca, non deve mai basarsi solo sui racconti superficiali del figlio: è importante andare in fondo alle situazioni e non limitarsi alle apparenze. Può far paura rendersi conto che il proprio figlio è un bullo, ma non è negando che lo si aiuta. Non bisogna in nessun caso giustificare i comportamenti aggressivi, deresponsabilizzare, dare la colpa agli altri. In questo modo si rinforzano le sue condotte. E addirittura si rischia di farlo sentire onnipotente, al di sopra di tutto.
Allo stesso tempo però, occorre non avere reazioni violente: dal punto di vista educativo, è altrettanto inefficace. Si creano situazioni di rabbia, di sfida, di rancore, che spesso il bullo finisce per sfogare ulteriormente sulla sua vittima. Tuttavia è importante essere fermi e diretti, autorevoli nell’esprimere il proprio dissenso. Rimanendo ben fermi sulla sanzione che avete deciso, per dimostrargli che non vi può manipolare. Non sminuitelo, o creerete frustrazione, ma fategli capire che non appoggiate affatto il suo comportamento.
I genitori di un bullo devono assolutamente fare dell’autoanalisi, cercare di capire cosa deve essere cambiato nelle relazioni familiari, magari con l’aiuto di uno specialista. “Il bullo è in costante ricerca di un ruolo, di riconoscimento e approvazione … bisogna dargli gli strumenti per interagire con gli altri attraverso un’altra modalità e per integrarsi nel gruppo senza sentirsi superiore”. E’ inoltre importante controllarliquando sono online, e spiegare loro che certi comportamenti in rete hanno delle conseguenze nella vita reale. Anche utilizzando qualche caso di cronaca sul bullismo e il cyberbullismo come esempio, scrive la dottoressa.

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