Germania. Ma il divieto light divide la coalizione
Sebastiano Canetta
BERLINO. Dopo il divieto parziale al burqa, in Germania arriva lo stop alle spose-bambine. Lo prevede il secondo documento presentato ieri a Berlino dai responsabili degli interni dei Land di Cdu e Csu, controfirmato dal ministro federale Thomas De Maizière. «Abbiamo sempre più a che fare con matrimoni di minorenni. I ministri della giustizia si attivino subito per porre fine alla situazione. Lo Stato riconosce le unioni contratte all’estero ma quando si tratta di bambine è inaccettabile» ha riassunto De Maizière in diretta tv. Da qui l’ipotesi di vietare il matrimonio a chi ha meno di 18 anni (anche se la legge in certi casi fissa a 16 la maggiore età) e interrompere la pratica degli sposalizi combinati, oggi indirettamente riconosciuti.
Proposta «giuridicamente difficile» ammette De Maizière eppure largamente condivisa nel partito, al contrario del divieto light al burqa pure contenuto nella «Dichiarazione di Berlino» dei ministri degli interni.
La versione minima dello stop marca l’unico margine legalmente praticabile in Germania quanto il compromesso politico nell’Unione: proibito entrare con il volto nascosto in scuole, università, tribunali, uffici pubblici autorizzati all’accertamento dell’identità, e vietato partecipare a manifestazioni o guidare l’auto con il niqab. Tutt’altro dell’annunciato «Burqaverbot» e il solo risultato possibile dopo il “muro” di Corte suprema e Bundestag (secondo cui il veto integrale è incostituzionale) e il “freno” tirato dall’ala morbida della Cdu ancorata alla linea Merkel.
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