E’ pronto il calendario dell’anno 2008 dedicato alla campagna 50E50 ovunque si decide.
Il progetto è stato realizzato da Loredana De Vitis, una giovane donna e una giovane professionista dell’UDI Macare di Lecce.
Le foto che scandiscono i mesi riprendono donne reali in reali situazioni di lavoro perchè abbiamo voluto rappresentare l’OVUNQUE delle donne. Ringraziamo quante si sono rese disponibili con generosità ed entusiasmo.
Abbiamo voluto che il calendario di quest’anno fosse realizzato da uno sguardo e da una mano più giovane per andare incontro all’entusiasmo delle donne che fanno parte oggi dell’UDI e alla loro voglia di misurarsi con la diffusione e l’autofinanziamento.
Per questo chiediamo alle donne di lunga esperienza di non crucciarsi per il poco spazio disponibile per appuntarsi quando finisce la bombola o la bolletta della luce, ma valorizzarne l’aspetto politico.
Chiediamo anche alle donne dei Centri di raccolta 50E50 di prenotarlo e di diffonderlo perchè pensiamo che possa essere un modo in più per comunicare i contenuti della nostra Campagna, oltre che per socializzare una forma di autofinanziamento propria della tradizione dell’Udi e utile a tutte. La diffusione del calendario costituirà una forma di ulteriore autofinanziamento che le donne dell’Udi come quelle dei Centri di Raccolta utilizzeranno in proprio.
Il costo del Calendario da versare all’Udi Nazionale sarà lo stesso sia per le donne dell’Udi sia per quelle dei Centri di raccolta e cioè:
· € 2,00 cadauno per UDI e Centri di Raccolta 50E50
· € 3,00 per altre organizzazioni, istituzioni e singole
Per le prenotazioni, compilare la scheda allegata () e inviarla via mail a:
[email protected]
Per i versamenti chiediamo a tutte di essere puntuali e farli pervenire alla Sede entro tre mesi dalla richiesta, utilizzando:
· c/c postale 53230009 – UDI UNIONE DONNE IN ITALIA – via arco di Parma 15 00186 ROMA
oppure
· c/c bancario 14763 – Banca Popolare Etruria e Lazio di Roma – UDI UNIONE DONNE IN ITALIA
Ovunque si decide
La politica, diceva Simone Weil, è pratica di attenzione e la persona che fa politica chi ha uno stile di vita in grado di esercitarla.
Le donne, dal posto che occupano nella vita quotidiana, nel lavoro, nella famiglia, nel sociale, sono testimoni di tutte le contraddizioni della nostra epoca e spesso tentano faticosamente forme di correzione della deriva in atto, che sono già un’azione politica.
Una politica da intendere come etica collettiva è oggi divenuta una priorità assoluta e che questo avvenga attraverso un decidere collettivo non è oggi dunque un’opportunità, ma un bisogno e dunque un diritto delle donne.
Grazie ad una parola di grande significato simbolico, autodeterminazione, siamo state capaci di produrre in passato grandi trasformazioni: oggi non si tratta solo di determinare liberamente la nostra dimensione personale, ma di sviluppare l’intreccio io/noi, ovvero un’interazione pubblica tra donne che garantisca anche la possibilità di fronteggiarci senza disconoscerci e una comunicazione con gli uomini che non eluda l’antagonismo tra i generi, ma lo usi come modalità non distruttiva di confronto e scambio di esperienze, punti di vista e forme di intervento sul mondo.
Cinquanta e cinquanta, ovunque si decide è una prospettiva di forme di rappresentanza costituite per metà da donne che, contando anche numericamente, siano in grado di iscrivere nell’orizzonte della politica le loro tematiche e le loro modalità di istruzione delle sue questioni e delle sue priorità.
E quindi di costruire insieme delle risposte.
Metà delle donne nella politica, affinché metà del paese si veda garantita la possibilità di riconoscersi nelle donne che elegge e di farsi riconoscere da loro; di vedere le altre donne
e in particolare le oppresse del mondo che hanno bisogno di più stato e di uno stato con più donne e più democrazia paritaria, di individuare in casa nostra quella speciale, dissimulata oppressione, che è la precarietà.
Si dice che la politica sia la capacità di vedere gli invisibili, ovvero di rivelarne l’esistenza, le potenzialità, le istanze: sempre più fisionomie femminili capaci di attenzione, sguardo, parola pubblica e presa sul mondo a vantaggio di chi ancora non ce l’ha è oggi una condizione indispensabile perché questo diventi per tutti più giusto ed abitabile.
Annalisa Marino
Ovunque le donne
Ovunque le donne si muovono. E questo movimento è caotico e creativo. Le dodici immagini dei dodici mesi di questo calendario sono state scattate o “recuperate” in circa dodici giorni netti. In un movimento caotico e creativo di telefonate, telefonate incrociate, e-mail, corse in bicicletta, passeggiate in macchina, risate e… altre cose che ho voglia di raccontare.
gennaio.
Valeria ama viaggiare. Per studio, per lavoro e per piacere. L’ho chiamata e le ho chiesto “donne straniere per il calendario dell’Udi”.
Le è venuto in mente questo scatto, che ha fatto in Marocco nel giugno 2007. Sotto braccio le ragazze hanno libri,
una di loro indossa i jeans. Chi di noi non è “straniera”?
febbraio.
Non sono certa di poter dire neppure il nome di questa giudice. Però posso dire che ha due figli, due cani e due gatti, e che ha avuto
la pazienza di sopportarmi. È andata a recuperare la sua toga appositamente per questa foto, ha fumato quattro sigarette raccontandomi del suo lavoro, di quanto lo ami, di quanto sia impegnativo, che rifarebbe tutto dall’inizio. Mi ha fatto notare – ma solo per inciso – che il 70% dei magistrati sono donne, e che ai vertici della magistratura il 90% sono uomini. Una foto dedicata a chi ha la stoffa per guardare lontano.
marzo.
Non ho idea di come si chiami la ricercatrice di questa foto, né posso dire dove questa foto è stata scattata. Posso solo ringraziare Ciro.
E dire che in questi luoghi, nei luoghi della ricerca, si aggirano molte donne. Bravissime e, magari, precarie. Questo scatto è un omaggio
alla pazienza di tutte le donne che lavorano al microscopio o ad altre diavolerie scientifiche.
aprile.
Grazie ad Elena per questa immagine che trovo molto divertente. Le immersioni possono riservare sorprese, come un polpo un po’ troppo…
“affettuoso”. La foto è un tributo alle biologhe come Elena, ed a tutte le donne che vivono e lavorano a contatto con la natura.
maggio.
Amo questa pittrice, così viscerale, così cervellotica, così passionale. Si chiama Monica Lisi. Corteggio un suo meraviglioso quadro da anni. “Quanto vuoi per questo pezzo?”. L’ultima volta mi ha risposto: “Prima o poi morirò e allora vedremo”. Quell’ultima volta è stata in occasione di questo scatto. Una foto dedicata alle donne che creano, che mischiano forme e colori, che riempiono tele, muri e pensieri.
giugno.
Ho conosciuto Donatella in occasione di un’intervista. È una restauratrice specializzata in mosaici. Ed è amministratrice della sua azienda. Ha energie incredibili e passa senza fatica dai cantieri alla scrivania. Questo scatto la ritrae sul campo, nella cattedrale di Taranto, qualche anno fa. Mi è sembrato perfetto per essere dedicato a tutte le donne imprenditrici e a tutte le donne che lavorano
nelle migliaia e migliaia di imprese italiane. In particolare a quelle che lavorano con lo stile di Donatella.
luglio.
Chiunque abbia passato e passi ore ed anni sui libri si riconoscerà in questa foto. Le studentesse, le insegnanti, le professioniste, le appassionate di letteratura, le ricercatrici, le creative, le scrittrici, le giornaliste. E chi trascorre tanto tempo seduta ad una scrivania.
A tutte le donne che “impilano” libri…
agosto.
La mia edicolante sempre in affanno. Quando ho scattato questa foto c’erano tre clienti, quasi 40 gradi e nemmeno un ventilatore.
Grazie ad Ilaria per questo scatto dedicato alle donne che gestiscono “transazioni”.
settembre.
Una bellissima foto per la quale devo ringraziare con grande affetto la mia amica Carla Testa. Suo marito Antonio Monte, architetto
e ricercatore del Cnr, ha scattato questa immagine qualche tempo fa alla mamma Pina Spedicato. Le donne tessono le trame della vita sociale, economica, politica e culturale da sempre. Solo che sono in molti a non volerlo ammettere.
ottobre.
Ho conosciuto Stefania, che è medico cardiologo, grazie a Raffaella. Stefania non poteva credere alle sue orecchie: le ho chiesto una foto
per “un” calendario. Poi ha accettato in pochi minuti quando le ho spiegato di cosa si trattava. È andata a finire che ha chiesto
ad un suo paziente di “mostrare” la sua visita di routine. Assieme alla schiena. All’impegno, alla sensibilità, alla mente e alle mani
delle donne come Stefania. Che ha una risata cristallina e deliziosa.
novembre.
Per scattare questa foto che parla di donne, politica e istituzioni ci sono voluti: una richiesta ufficiale, due scuse in ufficio, due biciclette legate tra loro e ad un palo del divieto di sosta, una fascia tricolore negata, un’usciera molto gentile che ha acceso le luci. Spero che questo scatto porti bene a Paola. Io penso di sì.
dicembre.
Come chiudere un calendario? Come chiudere il calendario dell’Udi? Come chiudere un calendario intitolato “ovunque si decide”?
Mi piaceva l’idea di chiudere dicendo che le donne devono poter avere “le mani in pasta”. Mi ha aiutato mia suocera Antonella.
Ha fatto le orecchiette e i maccheroni apposta per me, per l’Udi e il suo calendario, il giorno stesso in cui le ho proposto di scattarle questa foto. Alle donne con le mani in pasta. A noi.
Loredana De Vitis
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