(9Colonne) Roma, 12 mag – “Una sola donna giudice alla Corte Costituzionale, una al vertice della banca d’ Italia, una ambasciatrice, una donna su 9 consiglieri in Rai: dopo 50 anni non si può certo parlare di pari opportunità, piuttosto di solitudine dei numeri uno”. È questo il commento ironico di Rosa Oliva, la donna che, esclusa da un concorso pubblico in prefettura che prevedeva l’ accesso ai soli uomini, intraprese 50 anni fa l’ azione giudiziaria che portò alla sentenza grazie alla quale le donne vennero ammesse alle principali carriere politiche. La sentenza della Corte Costituzionale dichiarò infatti l’ illegittimità costituzionale dell’ art 17 della legge 17 luglio 1919 n.1176 che escludeva le donne da tutti gli uffici pubblici che implicano l’ esercizio di diritti e di potestà politiche. “Così è deciso in Roma, nella sede della Corte Costituzionale, Palazzo della Consulta, il 13 maggio 1960” si legge nell’ ultima riga della sentenza firmata dall’ allora presidente della Consulta Gaetano Azzariti, ma oggi, nonostante i 50 anni trascorsi, una reale parità di accesso alle cariche pubbliche e non solo, è ancora lontana. “Negli ultimi 50 anni le donne sono state protagoniste di grandi cambiamenti” ha dichiarato oggi la direttrice dell’ Istat Linda Laura Sabbadini nel corso di una conferenza stampa alla Camera per celebrare i 50 anni della sentenza. “Da svantaggiate nell’ istruzione nei confronti degli uomini – spiega Sabbadini -, li hanno sorpassati all’ università, sono entrate più numerose nel mondo del lavoro in ogni settore. Ciononostante meno della metà delle donne lavora e poche stanno ai vertici. Per le donne in Italia il lavoro e la carriera sono ancora un ‘ percorso a ostacoli’, le rigidità sociali e il sovraccarico familiare sono elevati. Basti pensare che una donna su quattro lascia il lavoro dopo la nascita dei figli e che le madri sole si avvantaggiano dell’ assenza del marito con un’ ora in meno di lavoro familiare al giorno”.
Secondo i dati di Assonime infatti, in Italia solo il 47% delle donne lavora e nel Sud la situazione è ancora più drammatica, con solo il 30% delle donne occupate. La situazione dei servizi sociali per l’ infanzia è critica, solo il 15,3% dei bambini va al nido. Quanto alle opportunità di carriera, resistono disparità sostanziali: nei consigli di amministrazione delle aziende quotate, su 2.753 posizioni solo 174 sono occupate da donne (5,8%) e nessuna donna è amministratore delegato o presidente di banca. C’è ancora molta strada da fare dunque ma la storia di Rosa Oliva dimostra che “cambiare si può”, come ha sottolineato oggi in conferenza stampa la vicepresidente del Senato Emma Bonino. “A volte in momenti particolari, la determinazione e la cocciutaggine di un individuo o di pochi riesce a cambiare degli status quo che sembravano inamovibili” ha dichiarato Bonino che ricorda ai presenti la sua prima manifestazione, nel 1975 per l’ aborto. “Eravamo solo in quattro” ha spiegato, eppure la legge poi è arrivata, nel 1978. Intanto, per tutto il 2010 si terranno le celebrazioni per il 50simo anniversario di questa storica sentenza con manifestazioni su tutto il territorio nazionale, a promuoverle circa 40 tra istituzioni, enti e università che apriranno domani alla Camera dei Deputati il convegno “Verso la parità: le donne nelle carriere pubbliche”.

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