(DIRE) – BOLOGNA- Tempi duri per le casalinghe emiliano-romagnole, che nel 2005 si sono viste respingere dall’Inail tutte le 98 richieste d’indennizzo presentate a seguito di incidenti domestici. Per ottenere un risarcimento in caso di infortunio tra le mura di casa, per la legge bisogna “almeno” perdere tre dita della mano destra: non sono previsti, infatti, indenizzi per invalidita’ meno gravi o inagibilita’ temporanee. Rompersi un gamba o un braccio nell’esercizio delle proprie mansioni di angelo del focolare non da’ diritto a niente. Basti pensare che negli ultimi cinque anni solo il 3,2% delle domande di risarcimento e’ stata accolta ed ha avuto esito positivo. E’ quanto emerge dal monitoraggio degli infortuni in ambito domestico dell’Inail relativo al periodo dal 1 marzo 2001 al 31 dicembre 2005. Mentre sta per scadere il termine per il pagamento dell’assicurazione obbligatoria, l’associazione DonnEuropee-Federcasalinghe riaccende dunque il dibattito sull’applicazione della legge per la capertura assicurativa delle casalinghe e pretende dal prossimo governo, “qualunque sara’”, di “applicare la legge nella sua interezza, in particolare chiedendo di includere nella tutela il caso di morte e innalzare da 65 a 70 anni il limite d’eta’ d’iscrizione”. Tra le richieste avanzate da Federcasalinghe, aggiunge la responsabile emiliano-romagnola dell’associazione, Miriam Mangini, anche l’abbassamento del grado d’invalidita’ necessario per ottenere il risarcimento “dall’attuale 33% ad almeno il 25%”.

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