Alunni e docenti nel progetto “Cyberpicaro”. Hanno aderito le medie di Porto Torres, Perfugas e Sedini di Donatella Sini
CASTELSARDO. Dal 2013 al 2016, nella Provincia di Sassari, il cyberbullismo è aumentato di circa il 20 per cento. È quanto emerge da un’indagine condotta dall’associazione Babele, che ha avviato il progetto “Cyberpicaro”, incontrando gli studenti delle scuole medie per diverse settimane, per riflettere insieme sulla loro vita online e sulle soluzioni utili a fermare il preoccupante fenomeno del bullismo in rete.
Il progetto ha coinvolto, circa 600 persone: 250 alunni e 75 insegnanti dell’Istituto dell’Istituto comprensivo Eleonora d’Arborea di Castelsardo, dell’Istituto comprensivo di Perfugas, della scuola secondaria di primo grado di Sedini e dell’Istituto comprensivo numero 2 di Porto Torres; 50 genitori dei comuni di Castelsardo, Perfugas, Sedini, Porto Torres e Sorso e le amministrazioni comunali di Sorso, Sedini e Perfugas.
I ragazzi che dichiarano di aver subito azioni di bullismo in rete sono passati, negli ultimi tre anni, dal 34 al 53 per cento mentre i ragazzi che riconoscono di essere stati autori di aggressioni in rete, da un 25per cento, del 2013, sono arrivati ad un 40 per cento , nel 2016. «La motivazione di questo preoccupante aumento può dipendere dal fatto che spesso i ragazzi non chiedono agli adulti il supporto necessario – affermando psicologi e padagogisti dell’associazione – ma tendono a cavarsela da soli ricorrendo alla vendetta». Così facendo, la vittima diventa bullo e viceversa, in una catena infinita che ha portato alla situazione di “emergenza cyberbullismo” che i ragazzi stanno vivendo, con gravi conseguenze, sia dal punto di vista sociale che penale. Per far fronte a questa emergenza educativa, nel luglio 2015, è nato il progetto “Ciberpicaro”da cui è scaturito anche il sito www.cyberpicaro.org, dove gli stessi ragazzi hanno pubblicato materiale di ogni genere (canzoni, storie, filmati, ecc.) per sensibilizzare i loro coetanei, e non solo, sul problema comune del bullismo in rete. Finanziato dalla “Fondazione di Sardegna” e dalla Regione Autonoma della Sardegna, il progetto ha offerto anche supporto a insegnanti e genitori, che spesso necessitano di conoscenze tecniche e strumenti pedagogici per fronteggiare le delicate situazioni che si vengono a creare. In questa direzione si sono tenuti diversi seminari con l’intento di sensibilizzare e informare sulla problematica, suggerire risposte educative efficaci per contenere il fenomeno e per essere in grado di guidare i ragazzi fuori dalla dinamica del cyberbullismo. Il progetto si è concluso con una serie di eventi pubblici, l’ultimo dei quali si è tenuto a Sorso nel corso del quale sono stati presentati i risultati dell’intera iniziativa.
Tra gli esiti più significativi e incoraggianti vi è il fatto che, nei ragazzi che hanno partecipato al progetto, è aumentata la percezione di gravità rispetto alle prepotenze messe in atto in rete e questo li ha spinti a diventare protagonisti di un cambiamento culturale verso un uso positivo e responsabile della rete.
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Il Senato approva il disegno di legge contro il cyberbullismo – La Stampa
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