Un’Italia “appiattita” e senza pulsioni vitali, che non riconosce piu’ la “legge”, cioe’ l’autorita’ e le regole, e non riesce piu’ a desiderare, apaticamente soffocata dalla ridondanza dell’offerta. E’ cosi’ che ci vede il Censis nel suo 44.mo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, presentato oggi a Roma dal presidente Giuseppe De Rita e dal direttore generale Giuseppe Roma. Una societa’ che e’ sopravvissuta alla crisi ma che stenta a rimettersi in marcia. E ora sorge il dubbio che, anche se ripartisse lo sviluppo, non avremmo lo spessore e il vigore adeguati alle sfide da affrontare. Cosa puo’ salvarci? “Tornare a desiderare” dice il Censis. SREGOLAZIONE DELLE PULSIONI – Non riusciamo pi— a individuare un dispositivo che disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Si afferma cos una “diffusa e inquietante sregolazione pulsionale”: negli episodi di violenza familiare, nel bullismo, nel gusto apatico di compiere delitti comuni, nella tendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca di un eccesso di stimolazione esterna che supplisca al vuoto interiore, nel ricambio febbrile degli oggetti da acquisire e godere, nella ricerca demenziale di esperienze che sfidano la morte, come il balconing. DESIDERIO ESANGUE – Ogni giorno di pi— il desiderio e’ indebolito dall’appagamento derivante dalla soddisfazione di desideri covati per decenni (dalla casa di propriet… alle vacanze) o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti in realt… mai desiderati (con adulti al sesto tipo di telefono cellulare). Cos, all’inconscio manca oggi la materia prima su cui lavorare, cioŠ il desiderio. Ma per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata, avverte in Censis, occorre tornare a desiderare. LEADERISMO IN CRISI – Leaderismo e carisma “non seducono piu'” gli italiani. Quasi 3 italiani su 4 ritengono che dare piu’ poteri al premier o al governo non risolverebbe i problemi. C’e’ stanchezza, avverte il Censis, rispetto al decisionismo e alla personalizzazione della politica, di cui Berlusconi puo’ essere considerato un’icona. E ora che questo ciclo “ha esaurito la sua potenza”, la politica deve tornare a coinvolgere la responsabilit… del singolo. ITALIANI SENZA RISPARMI – Quasi il 40% dice di non avere risparmi da utilizzare, ma le famiglie che possono investire confermano “l’inossidabile fiducia” nel mattone, che in questo momento Š il canale preferibile per l’impiego dei risparmi familiari per il 22,7%, contro il 21,8% che pensa che i risparmi vadano mantenuti sul conto corrente e appena l’8,5% che giudica preferibile acquistare azioni e quote di fondi di investimento. Ben il 91% dei disoccupati di famiglie monoreddito sono da considerarsi a rischio povert…, contro il 32% del Belgio, il 55% della Spagna e il 75% del regno Unito. LAVORO SEMPRE PIU’ “DIPENDENTE” – Mentre in tutto il mondo la ricetta per uscire dalla crisi prevede l’attivazione di tutte le energie professionali con l’autoimprenditorialita’, l’Italia, patria del lavoro autonomo, vede ridursi proprio la componente del lavoro non dipendente. E siamo anche il Paese europeo con il piu’ basso ricorso a orari flessibili e la piu’ bassa percentuale di imprese che adottano modelli di partecipazione dei lavoratori agli utili. GIOVANI INERTI – Poco fiduciosi nella possibilita’ di trovare un’occupazione, ma anche poco disponibili a trovarne una a qualsiasi condizione, i giovani hanno avvertito piu’ degli altri gli effetti della crisi. Sono piu’ di 2 milioni e 200 mila gli under 34 che non studiano, non lavorano ne’ cercano un impiego. DESPECIALIZZAZIONE MONDO IMPRESA – Siamo il quinto Paese manifatturiero del mondo ma abbiamo perso terreno nei comparti a maggiore tasso di specializzazione, come calzature, gioielleria, mobili, elettrodomestici. Strategie di nicchia, design e qualita’ non bastano piu’ senza un’innovazione nei prodotti. 13 MLN ITALIANI HANNO CONTATTI CON MAFIE – Il 79% della popolazione di Sicilia, Campania, Calabria e Puglia ha a che fare con la criminalita’ organizzata, il 22,3% della popolazione italiana. Sono 448 i Comuni in cui sono presenti sodalizi criminali, 36 quelli sciolti negli ultimi tre anni per infiltrazioni mafiose. Ed e’ sempre piu’ alto il pericolo che la criminalit… organizzata infetti l’economia legale. (di Angela Abbrescia, ANSA, 03-DIC-10)
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