(dedicata a Anna Magnani)

Cammina adagio,
tra le fontane nude
di Roma antica, Nannarella.
Nei suoi passi
le storie tristi
di volti umani,
raccolti come chicchi di riso
nella polvere bianca,
respirata a fatica
tra i cardi legnosi
della modesta via Giulia.
Un tappeto scarlatto
incontra la pelle ruvida
delle sue mani piccole,
mentre esuli, si avvolgono
nel fuoco di una passione terrena,
effigiata nel carattere umano
che donna e dea mostrarono
al Mondo muto, in un mattino
di nebbia.
Mamma Roma: il suo grido
veste di nero dolore
strade ferite da bombe disperate,
dove catene di mani unite
tengono insieme un destino
che gioca la parola Vita
nel sangue del perdono,
mentre il cielo
offre zagare profumate
al suo violino
di zingara ribelle,
aspra,
come il vino
di quei giorni mosti,
tra nudi piedi e ginocchia
sporche.
Un gatto graffia
la sua rabbia
su un muro chiaro
e il silenzio
disegna perle di pietà
per tutte le umane ferite
a cui nessun cantore
potrà mai offrire l’oblio
del carnale ricordo.
Voce e silenzio per te Nannarella,
regina di questo mio viaggio
e farfalla di fiume, bagnata nel
tappeto dei sogni
che furono reggia per
un’intera generazione.

Antonella Pedicelli email - CENTO 
 ANNI... NANNARELLA

Categorizzato in: