Il ruolo della donna nell’odierno sistema istituzionale lombardo

Per capire come venga percepito da parte dell’elettorato maschile e femminile il ruolo della donna impegnata nelle istituzioni, per conoscere le cause che ostacolano la partecipazione delle donne alla vita politica e per avere indicazioni su come poterle rimuovere, il Consiglio regionale della Lombardia ha affidato all’IReR e all’Università Milano Bicocca una ricerca sul ruolo della donna nell’odierno sistema elettorale lombardo.
La collana èstata pubblicata nella Collana editoriale del Consiglio con il titolo “Chi comanda non è donna”, e offre interessanti elementi di riflessione sui motivi che portano la rappresentanza femminile nelle istituzioni in Lombardia, come del resto in tutta Italia, a collocarsi solamente intorno al 10%.
“Ancora troppo poche: tre parole per riassumere l’attuale presenza in Italia di donne in politica. Nonostante il principio di parità tra uomo e donna sia presente nella legislazione comunitaria, le donne continuano ad essere sottorappresentate nei centri decisionali.
L’Italia, in particolare, rappresenta il fanalino di coda anche rispetto a paesi dove il processo di democratizzazione si è realizzato solo di recente, come la Spagna e la Grecia.
Riserve di tipo culturale e la permanenza di una certa mentalità diffusa nel mondo politico frenano soicuramente l’ascesa delle donne. Tuttavia gli uomini – per o meno in linea teorica – sembrano mostrare un relativo grado di disponibilità e apertura verso una maggiore presenza femminile in politica. Le donne, dal canto loro, sostengono di essere spesso “le peggiori nemiche di se stesse”.
Due importanti interventi legislativi possono favorire un cambiamento: la modifica al titolo quiinto della Costituzione, che affida alle Regioni il compito di considerare fra i principi fondamentali le pari opportunità fra uomo e donna, e quello dell’art. 51 della Costituzione, che, approvata dopo travagliate vicende, prevede da parte della Repubblica la promozione delle pari opportunità in politica.
Cambiamenti di tipo culturale e interventi normativi, dunque, per cercare di ridurre una grave anomalia del nostro sistema democratico: resta solo da verificare in futuro quali saranno gli effetti”.

“Chi comanda non è donna”” a cura di Francesca Zajczyk, settmbre 2003,edizioni Guerini e associati, Collana editoriale del Consiglio regionale della Lombardia.

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