Buone notizie per Napoli: riapre, dopo 40 anni di chiusura, la Chiesa delle Donne, trovatasi adiacente alla Certosa di San Martino e al Castel Sant’Elmo
Situata nella pittoresca cornice formata dalla Certosa di San Martino e dal castel Sant’Elmo, la Chiesa delle Donne risale al ‘500, ma solo nel dicembre di quest’anno è stata riaperta al pubblico, dopo quarant’anni di chiusura. La Chiesa si trova accanto alla Certosa di San Martino. I fondi del Programma Operativo Nazionale Cultura e Sviluppo, gestiti dal MiBAC – Segretario Generale, assieme al Polo Museale della Campania e la Soprintendenza archeologia, belle arti paesaggio per il Comune di Napoli, hanno permesso la riapertura della Chiesa.
Chiesa delle Donne: un po’ di storia
Giovanni Antonio Dosio curò la Chiesa delle Donne, il quale si occupò anche della ristrutturazione tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 nella Certosa di San Martino. Un piccolo giardinetto chiamato Oasi delle donne, fortemente voluto dal priore Severo Turboli nel 1590,precede la Chiesa. Le donne non potevano accedere, ai tempi, alle Chiese della Certosa, questo il motivo del nome della Chiesa delle donne. L’Ordine dichiarò il divieto, per essere poi ribadito nel 1506 da Papa Giulio II, nel 1566-1572 da Papa San Pio, e poi nel 1757 da Papa Benedetto XIV.
La chiesa è un connubio tra stile barocco e rinascimentale. Gli affreschi e i dipinti di Solimena, Giordano, Ribera, Vaccaro, riempiono la Chiesa. Al suo interno, la struttura presenta un’unica navata, affiancata da quattro cappelle per lato, con affreschi bellissimi. Uno di questi è la Persecuzione dei Certosini in Inghilterra, di Micco Spadaro. La prima cappella di sinistra è dedicata a San Gennaro, la seconda a San Bruno, la terza all’Assunta. A destra, la prima è per Sant’Ugo, la seconda per San Giovanni Battista, la terza per San Martino.
Le ultime due cappelle sono state aggiunte nel ‘600, e comunicano con le prime di destra e di sinistra. Cosimo Fanzago realizzò cori lignei, statue, transenne delle cappelle, le decorazioni delle cappelle di San Bruno e di Battista. Frà Bonaventura Presti concretizzò il pavimento della Chiesa. Sono stati recuperati anche le tele dell’ ‘800, e gli affreschi del Presbiterio e degli stucchi colorati.
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