E’ lui il leader che li ha tenuti insieme ad aspettare i soccorsi, il capo-turno Luis Urzua, di 54 anni. Il minatore esce e nei paesi cileni le campane hanno suonato a festa. E’ uscito per ultimo come un comandante che lascia la nave quanto tutti sono in salvo. Uomini coraggiosi, come Mario Sepulveda il secondo dei minatori salvato che ha portato un sacchetto di pietre come dei souvenir dall’inferno.
La simbologia di questo evento è ricca di contrapposizioni: l’inferno-paradiso, paura-coraggio, povertà-ricchezza. La fortuna maggiore che possiamo loro augurare è che aumenti la sicurezza del loro e di tutti gli altri posti di lavoro.
All’inizio del crollo non c’erano i soldi per le costosissime macchine di soccorso, poi grazie ai diritti televisivi si è potuto fornire tutto il supporto tecnico ed economico necessario.
Questa volta dobbiamo dire grazie al sistema dei mass media. W.M
Ore con il cuore in gola, poi dalla
terra arriva Florencio. Ed è festa
Base Esperanza, Copiapo, tutto il Cile in festa
Poco fa è uscito l’ultimo dei minatori, Luis Urzua, poi i soccorittori. Immancabile l’abbraccio e il discorso del presidente Pinera. Tutto il Cile è sceso in strada a festeggiare. Mi sono spostato a Copiapo, la cittadina è in completo subbuglio. La piazza si è rimepita di gente scesa in strada a festeggiare, ovunque bandiere canti, grandissima soddisfazione. I minatori ce l’hanno fatto, stanno meglio di quanto uno si potesse immaginare, adesso è il momento delle celebrazioni. Fra sabato e domenica Copiapo sarà una città piena di feste. Una per ogni famiglia, forse una più grande per tutti insieme. La maratona è stata molto lunga, dal primo all’ultimo sono state 22 ore ininiterrote, ma ne è valsa la pena. Emozionante raccontare in presa diretta una storia che un miliardo di persone ha seguito in tv, bellissimo vedere, dopo 70 lunghissimi giorni, la felicità e la soddisfazione dei famigliari.
Cile, i minatori rivedono la luce
“Ma non trattateci come star”
MINIERA SAN JOSÈ
uno dopo l’altro risalgono in superficie i minatori cileni che sono stati intrappolati per quasi 69 giorni nel ventre della terra. Finora ne sono stati tratti in salvo 18. Nella miniera ne restano 16, ma presto toccherà anche a loro. Contenti, provati, forse un pò disorientati, ma comunque in buona forza fisica e schivi: «Non voglio che mi trattino nè come un artista nè come un animatore, sono un minatore», ha detto Mario Sepulveda, l’unico che ha parlato con le telecamere
Le operazioni di salvataggio, seguite in diretta in un clima di euforia in Cile e in tutto il mondo, procedono senza intoppo. «Le cose vanno straordinariamente bene», ha detto il ministro della Salute, Jaime Manalich, facendo un primo rapporto ufficiale della lunga giornata, iniziata a mezzanotte ora locale. «È meglio di quello che pensavamo». La capsula Fenix va avanti e indietro senza intoppi (un’unica, breve interruzione per un problema tecnico) e i minatori riemergono più o meno alla media di uno ogni ora. Ci vorrà almeno un’altra giornata per riportali tutti all’aria aperta. La televisione cilena sta seguendo in diretta lo storico evento e rimanda al mondo le emozionanti immagini, seguite con dirette televisive e web da tutti i grandi network della comunicazione mondiale. «È una notte che il mondo intero non potrà mai dimenticare», ha detto il presidente cileno, Sebastian Pinera, che assiste al salvataggio di tutti i minatori. Il primo a rivedere la luce è stato Florencio Avalos alle 05:10 ora italiana: ad abbracciarlo c’erano il figlio Bairon, 7 anni, e la moglie. E le immagini del piccolo in lacrime, sopraffatto dall’emozione, rimarranno a lungo nel cuore dei telespettatori.
Cinquantanove minuti più tardi è arrivato Sepulveda, già famoso per le sue doti di comunicatore, che ha improvvisato un mini-show all’uscita, con tanto di souvenir per i presenti: un sacchetto pieno di pietre raccolte in fondo alla miniera. Per ognuno che risale, una storia da raccontare: c’è il boliviano, unico straniero intrappolato, per il quale è arrivato a Camop Esperanza anche Evo Morales; c’è quello che comunicò al mondo, con un biglietto scritto a matita rossa, che erano vivi; c’è quello che, scapolo impenitente, ha ricevuto una proposta di matrimonio dalla sua compagna; e poi c’è il più anziano, quello con maggiore esperienza (lavora in miniera da quando aveva 12 anni) ma che soffre di ipertensione e silicosi.
Il minatore Mario Sepulveda Espina
I primi a tornare in superficie sono stati il gruppo di minatori considerati più abili, scelti tra quelli considerati in grado di affrontare qualsiasi evenienza; poi quelli con problemi di salute cronici, o che hanno reagito peggio alla situazione, per ultimo salirà il gruppo di minatori sani. Il capo turno, Luis Urzua, di 54 anni, sarà l’ultimo a rivedere la luce. Dall’Italia sono arrivati i complimenti del ministro degli Esteri Franco Frattini per l’«eccellente organizzazione della macchina dei soccorsi»
Info: La Stampa.it
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