Una piccola siriana nel più grande campo profughi della Giordania insegna alle sue coetanee come sottrarsi al matrimonio forzato. Omaima Hosha, questo il suo nome, a soli 15 anni è così diventata il simbolo della rivolta femminile contro una pratica che riguarda 700 milioni di minorenni a livello internazionale. Una “maestra” fuori dal comune che ha deciso di sposare precocemente la battaglia contro le nozze combinate tra i banchi di scuola del campo rifugiati di Zaatari. Dove nel giro di pochi mesi, giorno dopo giorno, ha visto scomparire molte sue amichette perché costrette a sposare ricchi e molto anziani uomini senza scrupoli. Una ingiustizia che l’ha spinta, grazie anche al sostegno dei suoi genitori, ad organizzare corsi, laboratori di teatro e disegno all’interno del campo per aiutare le future spose bambine a esprimere le loro paure e tirar fuori il coraggio di opporsi. Un grande sforzo premiato con un riconoscimento speciale dell’agenzia ONU per i rifugiati UNHCR. (di Annalisa Lista – 29.04.2016)
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