ensemble - Consulta delle Donne Wanda Montanelli

La prima volta che ebbi il piacere di ascoltare il gruppo musicale “Ensemble Archetipo” (http://www.sergiotrojse.it) fu qualche mese fa d’estate nello splendido scenario del castel Sangallo di Nettuno.
Fin dalle prime note mi colpì l’energia che tutto il gruppo trasmetteva al pubblico catturandone l’attenzione e, anch’io come gli altri, risposi con grande partecipazione emotiva al feed-back che gli artisti, dotati di particolare maestria, diffondevano attraverso la loro musica. L’effetto positivo che produceva, veniva esaltato dagli applausi scroscianti e dalla ripetuta richiesta di bis.
L’invito mi era stato rivolto dal maestro Sergio Trojse, eccellente chitarrista e mandolinista oltre che fondatore e presidente dell’associazione culturale Archetipo.

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Professore del folclore napoletano, appassionato conoscitore della musica sia “colta” che “popolare”, mi spiegò (durante una pausa del concerto) che la spinta creativa all’origine della formazione del gruppo, era nata dal desiderio di una accurata ricerca sulle origini più antiche della canzone napoletana, nel rispetto delle tradizioni arcaiche, opportunamente contaminate da altre culture musicali quali il fado portoghese e la musica latino-americana.
Dall’ascolto del caratteristico sound degli strumenti a plettro scaturiscono emozioni evocative che legano ogni accordo ad una storia di vita vissuta, come ad esempio quella del brigantaggio e dell’emigrazione, oggetto di spettacoli tematici messi in scena dal gruppo.
L’interpretazione musicale del maestro, la sua rivisitazione e personalizzazione dei brani più antichi, ha dato nuova linfa ad uno stile, una tradizione, da cui trae origine il “sentimento popolare”, le cui canzoni sono icone che hanno segnato il percorso e lo sviluppo di un’epoca.
La passione da lui trasmessa nell’interpretare la canzone napoletana con autentica “nobiltà d’animo”, perfetto connubio espressivo tra musica e poesia , regala al pubblico quel valore riconosciuto in tutto il mondo, prima eredità che il napoletano riceve al momento della nascita.
Merito al maestro Trojse, nei suoi numerosi concerti, di aver ricondotto il repertorio partenopeo alla semplicità della sue veste originaria.
Questa napoletanità è ben rappresentata ed espressa dagli altri componenti del gruppo: Corrado Trojse alla chitarra, Antonio Colaruotolo al mandoloncello, Alfredo Trojse al flauto traverso e Fabrizio Bianchini al mandolino.
Particolare attenzione meritano le due presenze femminili del gruppo: la cantante Maria Assunta Recalina, voce calda e profonda, cattura il pubblico ritmando il tempo con il suo tamburello.

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La vocalità penetrante, frutto di accurati studi in ambito accademico, si spande nell’aria trascinando in atmosfere ancestrali e richiama alla memoria canti popolari che catturano fin dal primo ascolto. E’ facile immaginarsi sul palco a ballare e cantare con lei, rapiti dalla sua voce, ripercorrere le storie delle villanelle, dei soldati dell’epoca, delle contadine, vedere il golfo di Napoli, il Vesuvio… ..
Queste melodie intonate dalla voce nera di Maria Assunta che a momenti si addensa in altri si scioglie, sfiorano la nostra pelle provocando emozioni sensoriali che restano indelebili come tatuaggi.
Francesca Iannone, voce recitante, attrice impegnata in diversi spettacoli teatrali, irrompe inaspettatamente nella scena creando pathos e tensione emotiva nel pubblico, introducendo e facendo da mirabile cornice ai brani musicali previsti in scaletta. La sua recitazione offre innumerevoli spunti di riflessione. Interessante è cogliere il messaggio sotteso nato dalla rielaborazione ed interpretazione, del tutto personale, di stralci di brani famosi della poesia e del teatro napoletano, che vengono proposti con linguaggi attuali ed innovativi.
Il processo espressivo di ciascun componente del gruppo, fa si che ognuno degli artisti può intervenire sia solisticamente che coralmente, mantenendo un proprio equilibrio esecutivo per raggiungere comunque una fusione armonizzante che risulta all’ascolto assai gradevole.

Maria Vittoria Catapano

 

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