L’uscita del primo numero della Rivista “La Magistratura” ha coinciso con l’annuncio della riforma della giustizia.
Dopo sette mesi il secondo numero è in grado di fotografare solo poche norme presentate a colpi di slogan e banalizzazioni. Le disposizioni emanate finora, lungi dall’apportare benefici sostanziali in termini di efficienza, hanno inciso solo sullo status dei magistrati e sul processo civile con modesti e inutilizzabili strumenti di semplificazione.
Altri interventi sono all’esame del Parlamento in tema di responsabilità civile dei magistrati.
Questo numero raccoglie gli approfondimenti sulle riforme in atto, dalle misure sul processo civile, alle ferie giudiziarie, al diritto di famiglia, alle forme di degiurisdizionalizzazione, alla prescrizione del reato e, alla luce delle vicende di cronaca in materia di inchieste, riflette sul delicato ruolo del procuratore della Repubblica e sui suoi poteri. La Rivista, con uno sguardo all’esterno sull’associazionismo giudiziario internazionale, si sofferma sul lavoro dei magistrati e sui pericoli di interventi demagogici propagandati come rivoluzionarie “riforme della giustizia” ma il cui intento sembra solo quello, per ora, di “riformare” i giudici.
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