Alina Rizzi, nata a Erba (CO) è giornalista e scrittrice. Ha al suo attivo romanzi, poesia, teatro, racconti dove la cifra di una scrittura femminile audace e tenace intreccia la passione e la ragione in una aspirazione inestricabile. Nota al grande pubblico per il romanzo Amare Leon (Pizzo Nero-Borelli 2005) – che ispirò Tinto Brass per il suo film Monamour – ha curato antologie in prosa e poesia di autrici e voci letterarie femminili. Pelle di Donna (Bonfirraro, maggio 2015), il suo ultimo libro, riunisce in forma di narrazione -racconto le testimonianze di donne che hanno attraversato l’esperienza della violenza e sono uscite, a loro modo, vincitrici su un amaro destino.
Altre sue pubblicazioni in prosa: Ritratti (ConTatto, 2000), Come Bovary (Traven Books, 2005), Donne di Cuori (Rusconi Libri, 2010), Scrivimi d’amore (Leone editore, 2014), Bambino mio (Il ciliegio, 2014). Tra le sue pubblicazioni in versi: Rossofuoco (Lietocolle, 2002), Il frutto sillabato (Dialogolibri, 2004), La danza matta (Ismecalibri, 2010). Alina Rizzi è anche una giornalista pubblicista che si muove sul filo della passione civile intorno ai corpi, ai casi e alle pratiche delle donne firmando recensioni, interviste letterarie e dossier di attualità e costume su vari periodici italiani ( F Cairo Editore, TUSTYLE Mondadori). Come arteterapeuta diplomata ha declinato pratiche di condivisione artistica itinerante quali “La Coperta delle Donne” (2008-2012), un manufatto che ha saputo coinvolgere in Italia e all’estero centinaia di donne e le loro associazioni con una trama in divenire che è un po’ lino di Penelope intessuto anche dei fili multicolori di tante sorelle, un po’ labirinto e tela del ragno, ma anche “Caccia, danza, tattica e abnegazione di Atena”, come possiamo leggere sul Blog di Alina Rizzi:
http://costruzionivariabili.blogspot.com
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