Donne vittime dei loro mariti, amanti, famigliari. Qualche volta di uomini incontrati per caso e accolti con fiducia, sbagliando. Donne aggredite da mostri grandi e oscuri: la mafia, gli errori giudiziari, i riti arcaici di una tribù africana. Donne tradite dalla loro comunità, dal parroco di famiglia, da finti benefattori in terra straniera. Le storie raccolte in questo libro sono autentiche e documentate, sono le dirette testimonianze delle loro protagoniste: donne tra tante, insospettabili, che hanno attraversato il dolore della coercizione, dell’esclusione, della violenza fisica e psicologica, quasi sempre perpetrata da uomini. Come giornalista e come donna, mi sono semplicemente messa in ascolto, con empatia e profondo rispetto, cercando di restituire a questi vissuti la dignità che meritano, portandoli alla luce del foglio bianco. Non ci sono finzioni o abbellimenti in questi racconti: ci sono nomi, date, luoghi, avvenimenti spesso riferiti dalla cronaca e poi subito scordati. Ma queste donne non devono essere dimenticate, perché come loro ce ne sono centinaia di altre, che solo uscendo dal buio e dall’anonimato, possono forse ritrovare un po’ di giustizia. E di serenità. I loro nomi sono: Anna Maria, Isoke, Chamed, Eleonora, Natascia, Helen, Charline, Marisa, Alice, Giulia, Gloria, Maria Pia, Aminata, Marzia, Rosanna, Annina, Lucia, Filomena. Il loro coraggio può rendere ogni donna maltrattata un po’ più forte e determinata a cambiare la propria vita.
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