Una storia intensa e commovente: questo è Mille splendidi soli, romanzo di Khaled Hosseini.
Una storia tutta al femminile, ambientata in un luogo, l’Afghanistan, dove essere donna vuol dire essere un nulla o meno di nulla.
Il romanzo ha due co-protagoniste: Mariam e Laila. Mariam vive nella “kolba” insieme alla madre e il giorno della settimana che preferisce è il giovedì, quando suo padre le fa visita: lei vorrebbe tanto vivere con lui, ma lui non la porterà mai a casa, perché lei è una bastarda, e questo umilierebbe le sue mogli e i suoi figli legittimi.
Un giorno è obbligata ad andare in sposa a Rashid, un uomo di Kabul.
Laila è invece una ragazza molto bella e istruita: i suoi fratelli sono arruolati nella jihad, ma per lei il suo vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti degli altri e gioca con lei.
A causa della guerra, anche Laila dovrà sposare Rashid; a questo punto le vite delle due donne si incontrano: è l’inizio di un’amicizia, ancora di salvezza in un mondo che le considera invisibili.
Un libro drammatico, che non risparmia a chi legge le sofferenze in cui incappano le due protagoniste, e che commuove.
Ma anche un libro che fa riflettere sulla condizione della donna e sui soprusi che, purtroppo, molto spesso queste devono subire a causa di sistemi politici e di credenze religiose che non le considerano “persone”.
Una denuncia che grida che tutti hanno diritto a sognare, a scegliere la propria strada, ad amare.
Può una donna, una persona in generale, rinunciare a tutto questo?
Il libro risponde: nonostante tutto, nell’animo umano emergono delle speranze; davanti alla desolazione, alla guerra e al dolore si deve trovare la forza di ripartire, anche grazie a rapporti umani sinceri.
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