by FraPro
65 professoresse scrivono ai presidenti di camera e senato . Consulta e Csm tutte al maschile nessuna donna è stata eletta, sia le senatrici che le parlamentari non si sono opposte ed hanno votato gli uomini proposti . Le battaglie per le quote rosa dovrebbero farle gli uomini così ha esordito Gianluca Santoni , visto che le donne tra loro non sono solidali e non riescono a creare un team.
«Il Parlamento non ha eletto neanche una donna, ma bisogna andare più indietro. Nel senso che ogni partito ha presentato i propri candidati e già in questa fase non è apparso alcun nominativo femminile. È vero, dunque, che anche senatrici e deputate hanno votato soltanto uomini, ma non avrebbe potuto essere altrimenti per ovvi motivi», continua la professoressa. Che poi ha ricordato come «la rappresentanza politica e parlamentare, secondo quanto stabilito dall’art. 51 della Costituzione», debba «essere basata sulle pari opportunità. Ma ciò non è accaduto». La domanda allora sorge spontanea: «Possibile che le donne dei singoli partiti non abbiano detto e fatto nulla?». Quei 21 posti affidati ad altrettanti uomini veicolano, quindi un messaggio sbagliato e distorto: «È come se si volesse negare la bravura delle donne. Invece siamo capaci, molto capaci, e lo dimostriamo di continuo. Senza considerare che ormai nelle facoltà di Giurisprudenza di molte città c’è una prevalenza femminile». La questione è molto complessa e, più la si sviscera, più appare paradossale: «Il Consiglio superiore della Magistratura, fra l’altro, prende decisioni relative ai diritti di tutti i cittadini ed è assurdo non considerare che il 50% della popolazione è composto da individui di sesso femminile. La cui rappresentanza è fondamentale, perché si traduce anche in punti di vista diversi rispetto a quelli maschile e di conseguenza permette di avere una visione più completa di determinate problematiche»
Fra le firmatarie della lettera c’è anche Francesca Angelini, professoressa associata dell’Università La Sapienza di Roma: «Considerato il mio ruolo non sono direttamente interessata, ma ho ritenuto importante dare comunque il mio contributo». La docente guarda al passato più recente: «A parte il vulnus costituzionale, è stata palesemente interrotta la prassi degli ultimi anni.
Perché continua questa bassa rappresentanza femminile , ancora fanno paura le donne o siamo convinti che non siano capaci ,soprattutto da qui emerge che le donne sono poco solidali tra loro, cercano sempre di prevaricarsi e mai di unirsi.
Forse dovremmo essere noi uomini a dare una svolta.
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