Bologna 5 novembre 2005
DOCUMENTO FINALE PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE ELETTE E DELLE AMMINISTRATRICI DELLE PROVINCE D’ITALIA TENUTASI A BOLOGNA IL 3, 4 E 5 NOVEMBRE 2005 PRESSO IL SALONE EUROPEO DELLA COMUNICAZIONE DELLA PUBBBLICA AMMINISTRAZIONE
Si è conclusa la prima Assemblea Nazionale delle Elette e delle Amministratrici delle Province d’Italia, voluta dalla Consulta delle Pari Opportunità dell’U.P.I., istituita per la prima volta ad aprile 2005, e organizzata grazie alla disponibilità dell’UPI, della Provincia di Bologna e di Com-pa.
L’assemblea ha visto oltre 1000 presenze nei tre giorni di lavoro.
Un successo, in considerazione del fatto che le elette delle province sono 307, le amministratrici sono 162, le presidenti di Consiglio sono 11, le presidenti di Provincia sono 8, per un totale di 488 donne. Hanno partecipato anche consigliere di parità, rappresentanti di commissioni per le pari opportunità, elette o amministratrici dei Comuni, rappresentanti nazionali del coordinamento donne d’impresa, parlamentari.
Il numero delle presenze è stato altissimo, a riprova del bisogno che le donne elette hanno di partecipare, di confrontarsi,di dare più visibilità al proprio lavoro nelle amministrazioni pubbliche.
Dall’assemblea sono usciti due appelli, allegati al documento finale:
APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
APPELLO ALLE FORZE POLITICHE
Sono stati trattati cinque temi in altrettante tavole rotonde a cui sono state/i invitate/i esperti, rappresentanti nazionali di associazioni e coordinamenti, testimonial e rappresentanti di province che hanno promosso azioni positive di genere nel loro territorio.
CINQUE SEZIONI TEMATICHE
CULTURA E COMUNICAZIONE
Intendeva operare un confronto sulla presenza delle donne nei mezzi di comunicazione di massa e sull’immagine della donna promossa da televisione, radio, giornali. Si è riaffermata la convinzione che persistono gli stereotipi femminili di immagini di donne investite di responsabilità a livello familiare e domestico e non compare la donna come responsabile di trasmissione di valori democratici e di partecipazione alla vita istituzionale del Paese.
ECONOMIA
Il dibattito si è svolto sul tema del lavoro pagato e non pagato e ha messo in luce che le maggiori possibilità di successo per le istanze femminili nell’economia, nella politica e nella società risiedono nella capacità di far rete e di coordinarsi a prescindere dagli schieramenti dei partiti.
TEMPO CONCILIAZIONE CONDIVISIONE
E’ emerso che è necessario avviare una trasformazione dell’organizzazione sociale basata su dei tempi condivisi che tengano conto dei diversi attori presenti nella società. Trasformazione culturale, quindi, che potrà essere favorita a seguito del pieno inserimento della donna nel mondo del lavoro e della politica istituzionale.
CONFRONTO GENERAZIONALE
E’ fondamentale la trasmissione della memoria e dei saperi della donna che serve da stimolo a chi le ha vissuto accanto ed è di grande supporto per le giovani generazioni.
Negli ultimi sessanta anni le donne non sono state sufficientemente attente alla trasmissioni di saperi, competenze ed esperienze. Ancora è stato ribadito che è difficile il dialogo con istituzioni che hanno una bassissima percentuale di donne.
POTERE
La discussione ha ribadito come l’assenza delle donne dai processi decisionali della politica sia problematica non tanto per le donne quanto per la qualità e la legittimità della democrazia. Tutte le relatrici, docenti universitarie e parlamentari di diversa appartenenza partitica , hanno concordato sulla necessità di avere strumenti legislativi, anche provvisori, affinché si aumenti il numero delle donne elette.
CHIUSURA
E’ stato presentato e condiviso il progetto proposto dalla Consulta per una costruzione della “Rete delle Reti” che possa portare all’avvio di reti su tutto il territorio nazionale per promuovere un’azione comune delle donne nel governo locale e generalizzare le politiche di pari opportunità e di un Forum delle elette nelle province di cui la Consulta potrebbe diventare il punto di riferimento.
La Consulta si è impegnata a proporre il Progetto all’assemblea nazionale dell’UPI che si terrà a Napoli il 28,29 e 30 novembre 2005, raccogliendo l’invito fatto dal presidente dell’UPI, Fabio Melilli, nel discorso di apertura dell’assemblea.
E’ intervenuto il vice Presidente della Commissione Europea, Franco Frattini, al quale sono stati consegnati i due appelli che la Consulta Pari Opportunità UPI e l’assemblea hanno presentato al Presidente della Repubblica e ai rappresentanti dei partiti intervenuti all’assemblea.
L’on. Franco Frattini ha richiesto la disponibilità della Consulta a essere coinvolta sui temi dell’immigrazione, della prostituzione e della violenza domestica. La Consulta ha accolto l’invito e si è resa disponibile a collaborare con il nuovo Istituto Europeo per la Garanzia per le Pari Opportunità.
In conclusione la Consulta ha raccolto le proposte delle partecipanti all’assemblea impegnandosi ad inserirle nei suoi lavori futuri.
SINTESI
L’assemblea ha ribadito l’esigenza che si arrivi a un cambiamento di prospettiva attraverso:
NORME ANTIDISCRIMINATORIE che aumentino il numero delle donne elette nelle istituzioni
POLITICHE DI CONCILIAZIONE volute, perseguite e applicate
RIAPERTURA DEL DIBATTITO NELLA SOCIETA’ E NEI PARTITI sulla scarsa presenza di donne nelle istituzioni
DARE VISIBILITA’ ATTRAVERSO I MASS MEDIA
PROMUOVERE LA RETE DELLE ELETTE sul territorio nazionale
Si è concluso con l’impegno della Consulta Pari Opportunità UPI di organizzare la Seconda Assemblea Nazionale delle elette nel 2006, per cui si sono candidate ad ospitarla la provincia di Milano e la provincia di Messina. Si valuterà in ogni caso anche l’ipotesi di mantenerla al Com-pa.
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CONSULTA DELLE PARI OPPORTUNITA’
ILLUSTRISSIMO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Signor Presidente,
la Consulta delle Pari Opportunità dell’Unione Province Italiane La ringrazia per il saluto pervenuto in occasione della prima Assemblea nazionale delle elette e delle amministratrici delle province e per l’attenzione mostrata verso l’impegno e il lavoro portato avanti dalle sue componenti per il superamento delle barriere che ancora tengono le donne fuori dal mondo delle istituzioni.
La Consulta ritiene che l’avvio di una maggior partecipazione e rappresentanza femminile nella politica italiana, in applicazione degli articoli 3 e 51 della Costituzione, non sia stata rispettata dal voto della Camera sulla legge di riforma del sistema elettorale.
Il Senato si appresta, quindi, a discutere e votare una legge priva delle norme antidiscriminatorie di genere, che riconoscerebbero quella pari dignità sociale di tutti i cittadini e le cittadine sancito dall’articolo 3; legge che non promuove pratiche di pari opportunità tra donne e uomini per l’accesso alle cariche elettive previste dall’articolo 51 della Costituzione.
E’ per questo, Signor presidente, che Le rivolgiamo il presente appello, condiviso e votato dalla prima Assemblea Nazionale delle elette e delle amministratrici delle Province italiane riunitasi a Bologna nei giorni 3, 4 e 5 novembre 2005, affinché Ella si faccia garante dei diritti, ancora una volta non riconosciuti, di quel 50% della popolazione italiana composta da donne.
La Consulta Pari Opportunità U.P.I.
Bologna 5 novembre 2005
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APPELLO ALLE FORZE POLITICHE
La Consulta delle Pari Opportunità dell’Unione Province Italiane e le elette ed amministratrici riunite nella prima Assemblea Generale a Bologna in data 3, 4 e 5 novembre 2005 si rivolgono a tutte le forze politiche affinchè si impegnino a rimuovere gli ostacoli che limitano e/o impediscono l’accesso e la rappresentanza delle donne nelle istituzioni e chiedono ai partiti di:
– sostenere e promuovere la partecipazione politica delle donne adottando tutti gli opportuni strumenti;
– predisporre sempre liste elettorali paritarie (50% donne e 50% uomini), con alternanza di genere, pena la inammissibilità della lista stessa;
– perseguire la par condicio negli interventi sui mass-media;
– presentare e sostenere emendamenti che garantiscano norme antidiscriminatorie di genere nell’iter parlamentare della legge elettorale;
– coinvolgere i coordinamenti femminili dei partiti nella predisposizione delle liste per tutte le consultazioni elettorali.
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