Lettera all’attrice: prendiamo 700 euro.

coop - COOP, 
 PRECARIE SFRUTTATESCRIVONO A LITTIZZETTO
Luciana Littizzetto

Un famoso spot recita: «La Coop sei tu».
Non la pensano così però le precarie che tutti i giorni lavorano nei centri commerciali della cooperativa.
Sentendosi sfruttate hanno scritto una lettera a Luciana Littizzetto, testimonial del noto marchio: «Cara Luciana, no, la Coop non sei tu».
Alla cabarettista hanno raccontato la loro condizione che a quanto pare non è proprio rosea come invece è descritta nella pubblicità. Anzi.
Lavoro sei giorni su sette, domeniche comprese, con buste paga quasi da fame che spesso non arrivano neanche a 700 euro al mese.

PERMESSO PER ANDARE IN BAGNO. Alcune donne sono state mandate a casa anche dopo 10 anni d’attività, altre invece vivrebbero in condizioni di quotidiana ricattabilità, sempre con la paura di perdere il posto e con l’obbligo di dover accettare tutte le decisioni che continuamente vengono prese da altri.
Basti pensare che per andare in bagno bisogna chiedere il permesso. Pur di lavorare, alcune sono state costrette a subire in silenzio perfino molestie e avances.
A raccontare questo mondo è stato un gruppo di lavoratrici dell’Usb, il sindacato ‘Usb Lavoro Privato’, che, nella giornata contro la violenza sulle donne, hanno impugnato carta e penna e hanno scritto una lettera aperta a Littizzetto.

TURNI MASSACRANTI. Parole pesanti che hanno denunciato turni massacranti che «possono cambiare anche all’ultimo momento con una semplice telefonata e tu devi inghiottire. E chi se ne frega se la famiglia va a rotoli, gli affetti passano all’ultimo posto e i figli non riesci più a gestirli».
Le donne a gran voce hanno continuato a ripetere: «Noi siamo la Coop, e questo non è uno spot. Siamo donne lavoratrici e madri che facciamo la Coop tutti i giorni. Siamo sorridenti alla cassa ma anche terribilmente incazzate». Sanno di essere senza alternativa, perché in qualche modo la famiglia si deve mantenere.

BASTA INVISIBILITÀ. «Non vogliamo colpire il marchio e l’immagine della Coop», hanno scritto. «Vogliamo solo uscire dall’invisibilità e ricordar che ci siamo anche noi. Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone. Cara Luciana ci auguriamo che queste parole ti raggiungano e ti facciano pensare. Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in difesa delle donne e per la dignità del lavoro».

http://www.lettera43.it

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