L’onganizzazione italiana impegnata nel Nord Uganda con progetti dedicati
alle donne vittime della guerra civile

da Vita.it

L’Uganda è un paese martoriato da quasi vent’anni di guerra civile. Migliaia di persone nel nord del paese sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni e a trovare rifugio in campi per sfollati dove le condizioni di vita sono estremamente critiche e frequenti sono gli episodi di violenza e abusi.
In questo contesto COOPI ha avviato un progetto in favore delle donne vittime di violenza per garantire loro assistenza medica e psicologica, tutelare i loro diritti e sensibilizzare la comunità al fine di ridurre l’incidenza di tali episodi. Beneficeranno dell’intervento gli oltre 100.000 abitanti di quattro campi per sfollati del distretto di Pader tra i quali si stima che le donne sopravvissute a violenze siano tra 7 e 12 mila.
In particolare, il progetto intende costituire in ogni campo un Comitato di Tutela, formato dai esponenti di ogni gruppo della comunità (uomini, donne, leader religiosi e comunitari, insegnanti ecc) che saranno informati sul tema degli abusi e dei rischi di malattie sessualmente trasmissibili a essi correlati, sulle modalità per tutelare i diritti delle donne e per condurre campagne di informazione. Queste ultime sono di particolare importanza in quanto l’obiettivo a lungo termine è di ridurre l’incidenza delle violenze attraverso un radicale cambiamento dei comportamenti.
Le cause più frequenti degli episodi di violenza sono, infatti, da ricondurre in prima analisi alla povertà estrema, che causa prostituzione, abuso di alcool ed è motivo di frustrazione da parte degli
uomini che ricorrono alla violenza per riaffermare la propria autorità. La violenza è anche però da attribuire a fattori culturali: le donne sono estremamente assoggettate agli uomini – per i quali la violenza è un modo quasi naturale di affrontare i litigi – e, per non essere rifiutate dalle comunità in cui vivono, spesso evitano di testimoniare l’esperienza vissuta.
Infine, in vent’anni di guerra, non solo il ricorso alla violenza è diventato un atteggiamento comune tra gli uomini ma la rete istituzionale è stata distrutta ed è attualmente quasi inesistente, pertanto il controllo e la tutela delle donne sono pressoché mancanti.
Altra attività prevista dal progetto è la costituzione, in uno dei quattro campi, di un centro giovanile cui avranno accesso circa 500 giovani che troveranno assistenza psicologica, protezione e la possibilità di partecipare ad attività volte al loro reinserimento sociale.
Infine, circa 80 uomini saranno coinvolti in attività generatrici di reddito: sarà insegnato loro un mestiere e saranno distribuiti gli strumenti per esercitarlo. E’ infatti emerso che una delle cause maggiori degli abusi è la condizione di estrema frustrazione di uomini che oltre ad aver perso la propria casa e la propria occupazione hanno perso il loro ruolo all’interno della famiglia, sociale ed economico.
Il progetto si appoggerà alle strutture mediche di MSF Olanda, MSF Francia e alcune associazioni locali che si occuperanno dell’assistenza medica mentre COOPI seguirà prevalentemente l’aspetto psico-sociale e di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.

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