La scrittrice e il trauma di un bimbo mai nato. «Pensavo di morire anch’io»
Nel libro (Rizzoli) la sua esperienza diventa meditazione sulla condizione della donna
Paul Gauguin (1848-1903), «Ritratto di giovane donna»
(1896, olio su tela)
in mostra fino al 27 gennaio a Padova, Palazzo Zabarella
di Aldo Cazzullo
«Quando ho perso mio figlio, con cui conversavo di notte sotto le coperte e a cui raccontavo del mondo aspettando che nascesse; quando a tradimento quel bambino con cui giocavo segretamente e che già tenevo in braccio prima ancora che avesse aperto gli occhi è morto, sono stata sul punto di morire anch’io».
Il libro di Dacia Maraini, «Corpo felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va», è pubblicato da Rizzoli (pagine 240, euro 18)
Dacia Maraini non l’aveva mai raccontato con parole tanto aperte. La perdita del figlio di sette mesi e l’impossibilità di diventare madre erano già al centro di un suo libro di tanti anni fa, Un clandestino a bordo. Ora il trauma che ha segnato ma non pregiudicato la sua lunga e generosa vita ispira il nuovo, splendido libro: Corpo felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va, appena pubblicato da Rizzoli. «Una cosa strana era successa nel mio ventre senza che lo sapessi. Il piccolo, anziché nutrirsi di una placenta che lo avvolgeva protettivamente, a furia di voltarsi e rivoltarsi aveva schiacciato proprio il cuscino che avrebbe dovuto nutrirlo. In medicina si chiama “placenta previa”».
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