un successo di
Amélie Nothomb

Tra i giovani talenti che si esprimono in lingua francese, merita attenzione Amélie Nothomb, scrittrice belga di grande successo, nata a Kobe in Giappone nel 1967. Infatti, Amélie Nothomb, profondamente segnata dall’Estremo-Oriente dove ha trascorso la sua infanzia – la Cina ed il Giappone, in particolare, ha intriso di questa sua esperienza il bel romanzo Stupeur et tremblements che inizia in modo ironico e divertente: “Il signor Haneda era il superiore del signor Omochi, che era il superiore del signor Saito che era il superiore della signorina Mori, che era il mio superiore. E io non ero il superiore di nessuno.”
Hygiène de l’assassin fu la rivelazione del 1992; nel 1993, pubblica Le Sabotage amoureux, nel 1994, Les Combustibles, nel 1995, Les Catilinaires, nel 1996, Péplum, nel 1997, Attentat nel 1998, Mercure, nel 1999, Stupeur et tremblements (Gran Premio dell’Accademia francese), nel 2000, Métaphysique des tubes, nel 2002, Robert des noms propres.
E’ lei stessa a confessare in un’intervista che le piace scrivere libri in cui il protagonista fronteggia un nemico. Così era stato con Hygiène de l’assassin, così è con Cosmétique de l’assassin dove in un aeroporto l’uomo d’affari Jérôme August, costretto ad un ritardo della partenza del suo aereo per Barcellona, deve subire la presenza e la logorrea di uno strano individuo deciso a raccontargli la storia della sua vita. Chi è dunque questo Textor Textel che lo incalza? Perché ha scelto proprio Jérôme? Il dialogo tra l’importuno e la vittima inizia e continua attraverso un confronto serrato in cui, come agli scacchi, si gioca una partita di vitale importanza, quella della sopravvivenza. Lentamente il passato oscuro di Textel emerge così come cresce il malessere di Jérôme. Poiché l’irreprensibile uomo d’affari si sente assediato da quest’estraneo che ben conosce le pieghe della sua coscienza. Ma poi è così estraneo questo nemico? Non tanto. E’ lo stesso Jérôme a dire che quest’incontro non è tanto il frutto del caso quanto l’oggetto di una diabolica premonizione destinata ad annientarlo.
“Credo nel nemico, dice Amélie, (…) le prove dell’esistenza del nemico interiore sono enormi e quelle del suo potere sono schiaccianti. Credo nel nemico poiché, tutti i giorni e tutte le notti, l’incontro sulla mia strada. Il nemico è colui il quale, dall’interno, distrugge ciò di cui vale la pena”. Rende malati, senza speranza di guarigione, malati di sensi di colpa, anche senza seri motivi “quando si è destinati a diventare un colpevole, non è necessario avere qualche cosa da rimproverarsi.”
Sosia o doppio, “io sono te, dice Textor al povero protagonista, io sono quella parte di te che tu non conosci, ma che ti conosce fin troppo bene. Sono la parte di te che ti sforzi di ignorare (…) la parte di te che ti distrugge (…), la tua parte diabolica.”

Amélie Nothomb, Cosmetica dell’assassino, traduzione di Bruno Biancamaria, Voland, 2003, pp. 128, euro 11

Fausta Genziana Le Piane

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