L’anoressia invece aumenta tra le ‘over 40’

Roma, 29 mar. (APCom) – Sono soprattutto donne, quasi il 90% dei casi. E di ogni ceto sociale, a differenza di qualche tempo fa, quando anoressia e bulimia riguardavano la fascia medio alta della popolazione. L`anoressia è presente ovunque, nelle metropoli come nei piccoli paesi. Mentre la bulimia è più diffusa nelle grandi città. Inaspettata anche l`incidenza. Tra le giovani è prepotente la presenza della bulimia: nella fascia d`età tra i 12 e i 25 anni ne soffre l`1% delle donne, contro lo 0,5% di chi ha un problema di anoressia. Nelle ultraquarantenni invece è pressoché inesistente la bulimia: chi è in conflitto con il cibo, è anoressica. Sono i dati che mostrano un identikit di chi soffre di ‘mal di cibo’. Se ne è parlato oggi nel corso dei lavori del 19° Congresso Nazionale dell`Andid, l`Associazione nazionale dei dietisti, in corso a Roma.
“Dati certi sulle over 40 non ce ne sono ancora dal momento che si tratta di una situazione recente – spiega Giovanna Cecchetto, presidente Andid – ma notiamo un aumento di richieste di aiuto proprio in questa fascia di età e in alcuni casi persino dopo i 55-60 anni”. È la punta estrema di un iceberg in continua espansione. Una vera e propria “epidemia”, come sono state definite l`anoressia e la bulimia. Perché riguarda adolescenti che non vogliono diventare “grandi”. Ma anche donne che non sopportano l`arrivo della menopausa, vissuta come inizio della vecchiaia. “In particolare per quanto riguarda le ultraquarantenni – continua la dottoressa Cecchetto – il cattivo rapporto con il cibo e il corpo ha di solito origini remote. Se infatti si ricostruisce il periodo dell`adolescenza della donna, si scopre che spesso aveva già avuto dei momenti se non di anoressia vera e propria, comunque di disequilibrio per quanto riguarda il comportamento alimentare”.
Il conflitto con il cibo, dunque, è spesso alimentato dall`adesione a diete troppo severe. “Diete che – aggiunge Cecchetto – creano una vera e propria ‘dipendenza’ dal grammo e portano a demonizzare proprio i cibi più appetibili e graditi (dolci, snack salati, bibite, ecc.) anziché fornire abilità di gestione e capacità di controllo sulle occasioni pericolose (ristorante, occasioni conviviali, ecc). Diete che, essendo troppo restrittive e povere di calorie, affamano l`organismo e aumentano il desiderio dei cibi ‘proibiti’, favorendo comportamenti variabili tra la restrizione e la perdita di controllo e di conseguenza, oscillazioni continue di peso, senso di insoddisfazione e scarsa stima di sé”.
Più eclatanti i sintomi dell`anoressia: magrezza eccessiva con un peso inferiore all`85% di quello ideale, pelle disidratata e con un colorito tendente al giallo, occhi cerchiati e arrossati, capelli opachi. Meno facili da individuare, quelli della bulimia, perché difficilmente si verificano oscillazioni significative di peso. “Al contrario dell`anoressia, infatti, il segnale che fa riconoscere la bulimia – spiega l’esperta – è il desiderio irrefrenabile di mangiare. Le abbuffate sono delle vere e proprie crisi
incontrollabili. Che, a seconda dei casi, possono avvenire tutti i giorni e anche più volte nell`arco della stessa giornata, oppure anche solo un paio di volte alla settimana, sia di giorno che di notte, alternate a giorni di digiuno con l`idea di bilanciare in questo modo ciò che si è ingerito. Si innesca così una spirale senza fine: le abbuffate danno piacere perché vengono vissute come una trasgressione, ma scatenano vergogna, stato di disgusto per se stesse, paura di ingrassare ed enormi sensi di colpa, che a loro volta portano a nuove crisi”.
La cura consiste per ambedue le forme, da una parte, nel far affiorare il problema che ha scatenato la sofferenza e risolverlo. E, dall`altra, nella rieducazione a un`alimentazione equilibrata, rompendo la schiavitù della malattia e gli schemi che si auto-impongono i pazienti. “Un aspetto fondamentale della malattia – puntualizza Cecchetto – sono i pensieri disfunzionali. In sostanza, sono pensieri di controllo del cibo e di manipolazione del corpo che vanno contro le naturali funzioni
dell`organismo. Hanno un importante ruolo sia nella manifestazione, sia nel mantenimento della malattia. Affrontarli e riuscire a “scardinarli” con professionisti competenti e preparati come il dietista, lo psichiatra, e lo psicologo può risultare decisivo ai fini del trattamento”.
Ma a che cosa stare attenti? Ci sono dei segnali caratteristici di tutte e due le forme, come chiarisce il professor Cuzzolaro. Presenti sempre, a qualsiasi età. “Il più comune – spiega – è relativo all`esercizio fisico che viene praticato in modo esagerato. In pratica, non ha niente a che vedere con l`abituale attività che viene effettuata normalmente due, tre volte alla settimana. Agli esercizi invece si dedica del tempo tutti i giorni in modo maniacale, con crisi di astinenza se non si riesce ad andare un giorno in palestra”.
Altrettanto diffuso è il vomito. “Chi soffre di anoressia – continua – lo fa quando non riesce ad evitare di sedersi a tavola e a mangiare. Chi invece ha un problema di bulimia si induce il vomito dopo le abbuffate, per eliminare il troppo cibo ingerito”.
Anche l`uso di farmaci è una caratteristica che riguarda ambedue i disturbi. C`è infatti un ricorso piuttosto elevato a lassativi e diuretici. “Nel caso dell`anoressia – spiega – servono per accelerare la perdita di peso. Per quanto riguarda la bulimia invece, è il rimedio utilizzato per eliminare ciò che è stato ingerito con le abbuffate. Oltre ai farmaci, vengono anche utilizzati rimedi naturali con lo stesso scopo, come crusca, tisane, fibre”. In più, si modifica l`abbigliamento. C`è la tendenza a preferire abiti informi, larghi e di colori scuri, per nascondere il proprio corpo.
Infine, ultimo ma non meno importante, c`è la tendenza a isolarsi, a ridurre al minimo i contatti sociali e a vedere raramente persino gli amici più cari.

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